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Stand-up For Nuclear: la IV° edizione arriva a Verona nel fine settimana

La manifestazione internazionale nata per promuovere presso l’opinione pubblica i benefici delle tecnologie nucleari, si svolgerà il 15 e 16 ottobre in piazza Cittadella, dove verrà allestito un banco informativo

Dopo le edizioni di Vicenza, Pisa, Milano, Torino, Trieste, Roma, Como, Padova, Catania e Perugia, proseguiranno anche nei prossimi due weekend di ottobre gli eventi della IVa edizione dello Stand-up For Nuclear, una manifestazione internazionale nata per promuovere presso l’opinione pubblica i benefici delle tecnologie nucleari in tutti i suoi impieghi civili, in ambito energetico, medico-diagnostico, alimentare, industriale e nella ricerca scientifica.
Nei prossimi giorni saranno allestiti banchetti informativi a Bologna (16 ottobre), Pavia (22 ottobre), Trento (16 ottobre) e Verona (15-16 ottobre in piazza Cittadella).

Nella nota diffusa, il Comitato Nucleare e Ragione sostiene che «lo sfruttamento dell’energia nucleare è indispensabile per coniugare il progresso umano alla cura dell’ambiente, in particolare per contrastare la povertà energetica e, nel contempo, mitigare gli effetti delle emissioni inquinanti e climalteranti.
L’Unione Europa - a seguito di una rigorosa analisi e delle indicazioni fornite dagli scienziati del Joint Research Center - ha recentemente inserito il nucleare all’interno della cosiddetta Tassonomia della Finanza Sostenibile: si tratta di un importantissimo riconoscimento del ruolo di questa tecnologia quale strumento utile per la transizione energetica degli Stati Membri, come peraltro stabilito anche da altri organismi internazionali».

Dal comitato poi proseguono: «L’Italia paga tutt’ora i costi del prematuro abbandono del nucleare, sia in termini di ritorno d’investimento non goduto, che in termini di perdita di competenze occupazionali e competitività, e non ultimo in termini di mancata riduzione di emissioni.
Tuttavia, rispetto agli obiettivi di medio/lungo termine, finalizzati alla decarbonizzazione completa del settore energetico entro il 2050, l’Italia dispone ancora del tempo e delle risorse per riconsiderare il ricorso all'energia nucleare all’interno del proprio mix energetico.
Negli ultimi mesi non pochi Paesi si sono accorti che l’abbandono di questa fonte energetica sta provocando dipendenze strategiche e crisi economiche, anche peggiori di quelle sperimentate durante la prima crisi del petrolio del 1973-74, a causa di un aumentato ricorso ai combustibili fossili.
Di conseguenza, diversi Stati stanno rivalutando i piani di abbandono, riattivando centrali nucleari, prolungando la vita di quelle attive ed accelerando nell’iter di costruzione di nuovi impianti. Tutto questo al fine di rafforzare la sicurezza energetica, ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e nel contempo accelerare il processo di transizione verso un sistema energetico pulito e sostenibile».

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«In Italia sull’energia nucleare pesa un giudizio negativo dettato da un approccio spesso ideologico e poco attento alle evidenze scientifiche, e da un atteggiamento ostile della classe politica e dei media, più inclini a cavalcare le paure della gente che a informare seriamente su questa tematica.
I sondaggi, tuttavia, dimostrano che l’opinione pubblica sta maturando negli ultimi anni una posizione più possibilista nei confronti di questa tecnologia, e là dove viene dato spazio alle argomentazioni dei tecnici, il dibattito assume un tono più equilibrato e meno influenzato dagli stereotipi. Non manca tuttavia chi insiste con una narrazione distorta e poco attenta alle evidenze numeriche. Ne è un esempio la polemica che sta montando attorno al recente documentario “Nuclear”, del regista Oliver Stone, presentato alcuni giorni fa alla Mostra del cinema di Venezia.
Per questi motivi, i volontari di Stand Up for Nuclear continuano a mobilitarsi, affinchè i cittadini possano costruirsi una opinione più consapevole sull’energia nucleare», conclude la nota.

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