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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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A Verona ciclisti più "illuminati" rispetto al 2017: lo sostiene Fiab

Un "abbattimento" della quota di persone che salgono in sella alla bici privi di qualsiasi luce è stato nella manifestazione dell'associazione che verifica l'uso di tali dispositivi di sicurezza

L’ottava edizione di “Ciclista Illuminato”, la manifestazione Fiab Verona che verifica l’uso delle luci da parte dei ciclisti veronesi, svoltasi lo scorso 29 novembre in orario serale in dieci varchi di accesso al centro storico, ha fatto segnare un piccolo evento: per la prima volta è stato registrato un sensibile “abbattimento” della quota di ciclisti totalmente “spenti”, cioè privi di alcuna illuminazione, passata dal 43,9% registrato nella scorsa edizione al 33,6% di quella odierna.

Parallelamente sono cresciuti, sempre su base annuale, i ciclisti che circolano con almeno un dispositivo di illuminazione (dal 18,6% al 21,8%); quelli che usano entrambi le luci (dal 31% al 33,3%) e gli “illuminati” a norma di legge (entrambi i fanali più catarifrangenti ai raggi) passati dal 6,5% all’11,2%.

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Il risultato incoraggiante si apprezza meglio guardando l’evoluzione in prospettiva: in sette anni di rilevazioni, i ciclisti “spenti” risultano ridotti dal 58% del 2011 al 33% del 2018, mentre quelli sostanzialmente in regola con il codice della strada (cioè con almeno entrambe le luci, tenuto conto che rilevare i catarifrangenti è estremamente difficile) sono cresciuti dal 28,3% del 2011 al 44,5%.

Missione compiuta, dunque? Ciclisti educati? Neanche per sogno. «Questi dati, che fanno parte di una rilevazione sperimentale, senza nessuna pretesa di validità scientifica, realizzata solamente grazie al contributo dei volontari Fiab Verona, confermano soltanto che fare sensibilizzazione è di fondamentale importanza - fanno sapere dall'associazione -. Molto probabilmente, il migliaio di luci che abbiamo distribuito tra i veronesi solo nell’ultimo anno, ha dato i suoi frutti e di questo non possiamo che rallegrarci.
A dimostrazione che si tratta di un problema culturale, di mancata percezione del pericolo cui si va incontro, abbiamo osservato che alcuni ciclisti pur dotati di luci non le usano in tratti dove è presente la pubblica illuminazione, mostrando così di ignorare che scopo delle luci non è tanto ( o non solo) quello di “vedere” ma di farsi vedere… Bisogna insistere!».

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