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Covid-19 nelle terapie intensive, Navalesi: «Spero di non rivederlo più»

Nell'aggiornamento sull'emergenza coronavirus, Luca Zaia ha ospitato il professor Paolo Navalesi. Ma prima ha rinnovato la sua richiesta per una piena riapertura delle frontiere in Europa

È stato breve l'intervento di oggi, 5 giugno, del presidente del Veneto Luca Zaia, durante il suo consueto aggiornamento sull'emergenza coronavirus. Ed è stato breve perché Zaia ha voluto che parlasse il professor Paolo Navalesi, che il presidente regionale ha definito «un punto di riferimento» per la gestione di Covid-19 nelle terapie intensive venete.

Luca Zaia ha mostrato, come al solito, il bollettino sul virus in regione. «I dati confermano il trend in discesa e sono in linea con il modello matematico che ci siamo fatti in casa - ha commentato il presidente del Veneto - A febbraio avevamo previsto gli ultimi pazienti residuali tra giugno e luglio e sarà così. Ma negli ospedali la grande scrematura dei pazienti è già avvenuta in buona parte».

Zaia ha poi fatto un accenno alla sua ordinanza di ieri, confermando il lavoro tuttora in corso per nuovi provvedimenti che permettano la riapertura delle attività economiche ancora chiuse. «Noi pensiamo di poter riaprire tutto entro la fine di giugno», ha dichiarato il presidente del Veneto.

Ma il messaggio più forte comunicato oggi da Luca Zaia riguarda l'apertura delle frontiere e quindi il libero spostamento dei cittadini italiani verso l'Europa e dei cittadini europei verso l'Italia. «Le frontiere devono essere aperte con responsabilità - ha detto Zaia - Ci sono dei governanti europei che non rappresentano quei cittadini che vogliono tornare in vacanza in Italia. Noi non siamo gli untori d'Europa. Noi abbiamo avuto solo la sfortuna di aver affrontato per primi il coronavirus in Occidente. Ormai i dati lo dimostrano: l'incidenza dei contagi è bassissima ed anche la virulenza non è più quella di prima.

Microfono, infine, al professor Navalesi che ha parlato del lavoro svolto dalle terapie intensive in Veneto per salvare le vite dei cittadini durante la fase più acuta della malattia legata al coronavirus. «Oggi il Covid-19 è sotto controllo e quello che possiamo fare attualmente è cercare di tenerlo sotto controllo - ha esordito Navalesi - Non mi aspettavo nulla di quello che è successo e quindi a un certo punto noi intensivisti abbiamo dovuto guardare il Covid con occhi di bambino, quindi come se fosse davvero qualcosa di nuovo, di mai visto prima. E spero di non rivederla più».

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