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Zaia: «Nomineremo commissione regionale per il caso citrobacter»

Ospite del presidente regionale, la professoressa Liviana Da Dalt per affrontare anche il tema dell'impatto dell'emergenza coronavirus nei bambini

Sono stati i bambini i protagonisti dell'aggiornamento sull'emergenza coronavirus tenuto dal presidente della Regione Veneto Luca. Lo sono stati perché Zaia ha avuto come ospite la professoressa Liviana Da Dalt, ordinario di pediatria nella facoltà di medicina e chirurgia dell'università di Padova, ma lo sono stati anche in una comunicazione diffusa oggi dal presidente regionale.

Come al solito, Zaia ha voluto leggere prima di tutto i dati del bollettino di oggi, 18 giugno, sulla presenza di Covid-19 in regione e poi ha rilasciato alcune dichiarazioni, la prima delle quali sui trasporti. «Domani dovremmo avere delle novità - ha dichiarato il governatore - Stiamo tentando di introdurre delle nuove linee guida sul trasporto privato. E stiamo anche lavorando sulle linee guida per il trasporto pubblico, per consentire ai mezzi la capienza piena con l'obbligo della mascherina per i passeggeri». 

Ma l'annuncio più importante, Zaia lo ha dato sul caso citrobacter, un batterio che ha provocato la morte di almeno tre bambini nati nell'ospedale veronese di Borgo Trento. «Abbiamo istituito una commissione ispettiva - ha detto il presidente del Veneto - C'è già una commissione nominata dall'azienda ospedaliera di Verona, ma sono convinto che sia necessaria una commissione di emanazione regionale. Una commissione fondamentale per chiarire fino in fondo questa vicenda».

La professoressa Da Dalt ha poi preso il microfono, dopo le domande rivolte dai giornalisti a Zaia, ed ha potuto esporre una sorta di mini-relazione sull'impatto avuto dal coronavirus nei bambini. «I bimbi non sono dei piccoli adulti; quando si ammalano, le loro malattie sono diverse da quelle dell'adulto e, se si ammalano delle stesse malattie dell'adulto, le manifestano in maniera diversa. E così è stato anche per il Covid-19 - ha dichiarato Liviana Da Dalt - Per il coronavirus, i bambini si ammalano meno e con una gravità inferiore. Le spiegazioni sono al momento solo ipotetiche. Una di queste è il ricettore di una proteina dell'organismo che permetterebbe al virus di infettare l'adulto; nei bambini, questa proteina è immatura e questo in sostanza chiude la porta d'ingresso al virus. Un'altra ipotesi è che i bambini sono molto più esposti alle infezioni e quindi si pensa che ci possa essere un meccanismo competitivo tra i vari virus che potrebbe inibire la crescita del coronavirus. E poi c'è un'ipotesi che riguarda il sistema immunitario dei bambini che è diverso da quello degli adulti e che li proteggerebbe dall'infezione. Inoltre, gli ultimi dati tenderebbero a dimostrare che anche l'infettività dei bambini è inferiore a quella degli adulti, quindi i bambini sarebbero meno contagiosi degli adulti. E per quel che riguarda i neonati, in caso di positività della madre non c'è trasmissione diretta del virus nel bambino, neanche attraverso il latte materno».

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