rotate-mobile

Risonanza magnetica e pet nuove all'ospedale di Negrar per la festa del Sacro Cuore

«Tecnologie di ultima generazione per mantenere l'ospedale all'altezza dei tempi», ha detto l'amministratore delegato Mario Piccinini

Taglio del nastro per due nuove apparecchiature biomedicali questa mattina, 16 giugno, all'ospedale di Negrar in occasione della ricorrenza liturgica del Sacro Cuore, festa patronale del Don Calabria. Le due strumentazioni sono una risonanza magnetica con elevato campo magnetico per il servizio di diagnostica per immagini del dottor Giovanni Foti e la nuova pet della medicina nucleare del dottor Matteo Salgarello. Sono due nuove acquisizioni tecnologiche di ultima generazione, che vanno ad aumentare ulteriormente la qualità dell’attività diagnostica a vantaggio della cura del paziente, soprattutto, ma non solo, nel campo oncologico.

La mattinata si è aperta con la messa presieduta da monsignor Roberto Campostrini, vicario generale della diocesi di Verona. Erano presenti il presidente del Sacro Cuore Don Calabria fratel Gedovar Nazzari, l’amministratore delegato Mario Piccinini, il direttore sanitario Fabrizio Nicolis, il direttore amministrativo Claudio Cracco, e tra gli ospiti il direttore generale dell'università di Verona Federico Gallo, il direttore generale dell’Ulss 9 Pietro Girardi e il sindaco di Negrar Roberto Grison.

Fr.Gedovar Nazzari, dr. Matteo Salgarello, Mario Piccinini, Claudio Cracco davanti alla PET

Con le nuove apparecchiature, salgono così a cinque le risonanze magnetiche in dotazione all'ospedale di Negrar. Le pet invece sono due, con la nuova che si aggiunge a quella installata nel 2015.
La risonanza magnetica viene utilizzata per indagini su gran parte dei distretti anatomici: encefalo, addome superiore (fegato e pancreas) e inferiore (prostata e apparato ginecologico), ambito muscolo-scheletrico. Inoltre è particolarmente adatta per le angiorisonanze che comprendono encefalo, collo, torace, addome e arti inferiori.
Gli esami pet sono indicati per le patologie oncologiche, neurologiche (decadimento cognitivo e malattia di Alzheimer) e ortopediche per quanto riguarda le infezioni. La finalità di questi esami non è solo diagnostica, ma anche di follow up per verificare l’efficacia della terapia.

«L’acquisizione di tecnologie di ultima generazione ha un unico fine che è lo stesso del nostro fondatore: mantenere l’ospedale sempre all’altezza dei tempi - ha detto l'amministratore delegato Mario Piccinini - Utilizzare macchinari per la diagnostica all’avanguardia, significa poter offrire le migliori cure per il paziente. Naturalmente anche le tecnologie più innovative non potrebbero fare molto senza un personale preparato professionalmente e anche umanamente, come quello del Sacro Cuore Don Calabria».

Dr. Eugenio Oliboni, vicedirettore Diagnostica per immagini davanti alla RM

Entrambe le macchine sono state realizzate della multinazionale United Imaging e pur utilizzando metodiche di immagini differenti, sono complementari: la risonanza magnetica fornisce informazioni dettagliate su anomalie morfologiche di organi e tessuti grazie a un campo magnetico; la pet rileva le alterazioni funzionali degli stessi, attraverso la somministrazione al paziente di radiofarmaci. E molti protocolli prevedono l’esecuzione di entrambi gli esami per il completamento della diagnosi.
Si tratta di esami possibili anche con risonanze magnetiche a più basso campo e da pet analogiche e non digitali come quella appena acquistata, ma il livello tecnologico di entrambi i macchinari consente diagnosi più dettagliate, grazie a una maggiore risoluzione spaziale che rileva anche i più piccoli dettagli morfologici e funzionali, e riduce in modo rilevante i tempi degli esami aumentando il comfort per il paziente.
Comfort, che nel caso della risonanza magnetica è dato anche dalla maggiore ampiezza del tubo di scansione dove si posiziona il paziente, il cui diametro è di 75 centimetri, il più ampio a disposizione tra le macchine in commercio. Questo permette anche a coloro che soffrono di claustrofobia di affrontare e portare a termine l’esame e ai pazienti in generale di restare immobili per tutta la durata, riducendo così il rischio di immagini non corrispondenti alla realtà anatomica dovuti al movimento. Mentre la pet digitale, rispetto a quella analogica, oltre a rilevare anche i più piccoli dettagli, garantisce maggiore sensibilità: si passa dai 15 minuti dell’esame standard agli 8 grazie alla nuova macchina e con una somministrazione inferiore di radiofarmaco. Anche in questo caso a vantaggio di un maggior comfort per il paziente che viene inoltre sottoposto a una minore dose di radiazioni.

Sia la pet che la risonanza magnetica sono dotate di programmi integrati di intelligenza artificiale. Per quanto riguarda la pet sono già applicati e hanno l’obiettivo di dimezzare ulteriormente la tempistica degli esami: è possibile effettuare un esame su tutto il corpo in soli 4 minuti, la metà rispetto i tempi consentiti dalla sola tecnologia digitale. Anche la risonanza magnetica è dotata di programmi di intelligenza artificiale, per ora utilizzati solo a scopo di ricerca, ma pure in questo caso agiscono sulla durata dell’esame, da sempre poco tollerato dai pazienti per la lunghezza. Una risonanza magnetica all’addome secondo il protocollo standard richiede dai 20 ai 25 minuti, con il supporto dell’intelligenza artificiale, quando sarà possibile applicarla, si scende a 15 minuti.

Video popolari

Risonanza magnetica e pet nuove all'ospedale di Negrar per la festa del Sacro Cuore

VeronaSera è in caricamento