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Ex Bam, chiesto risarcimento a chi fa ricorso contro le nuove costruzioni

La richiesta è arrivata via lettera al comitato Asma e agli altri ricorrenti, i quali hanno ottenuto lo stop ai lavori con una sentenza del Consiglio di Stato

Dopo l'annuncio dei giorni scorsi, il comitato veronese Asma (Associazione Salute Maria Ausiliatrice) ha approfondito i contenuti della sentenza di venerdì scorso, 5 giugno, del Consiglio di Stato, il quale ha accolto il ricorso del comitato e di altri 41 ricorrenti contro piano urbanistico previsto nell'area dell'ex Bam compresa tra le vie Mameli, Failoni e Cavalcaselle. Asma si era rivolto al Consiglio di Stato dopo la pronuncia del Tar del Veneto, che aveva fissato un'udienza di merito sulla questione per il prossimo 22 ottobre, ma di fatto non aveva bloccato il permesso a costruire autorizzato dal Comune di Verona per quell'area. Con la decisione del Consiglio di Stato, invece, i lavori di edificazione sono stati sospesi almeno fino al 22 ottobre. «Siamo soddisfatti di questo risultato - hanno dichiarato i rappresentanti del comitato Asma - È la conseguenza del nostro impegno e di quello degli altri che con noi hanno presentato ricorso, ma anche degli oltre duemila cittadini che avevano firmato la nostra petizione e dei nostri legali». 

Durante l'approfondimento, il comitato Asma ha anche riferito di un episodio avvenuto nello scorso mese di marzo: «Noi e gli altri ricorrenti abbiamo ricevuto una lettera da parte di uno studio legale che, in nome e per conto della proprietà dell'area, evidenzia una serie di comportamenti scorretti, lesivi e nocivi. Questi comportamenti scorretti riguardano le nostre manifestazioni, i volantini e soprattutto l'aver fatto delle fotografie nell'area interessata. Questa condotta avrebbe procurato un danno di qualche milione di euro. Con questa lettera ci è stato chiesto di partecipare ad un procedimento di negoziazione assistita, quindi un incontro che dovrebbe tenersi entro la fine di questo mese e a cui prenderemo parte. Dal loro punto di vista, con questo incontro si troverà una soluzione per il risarcimento e per il nostro comportamento che per loro è stato illegittimo. Per noi, il contenuto della lettera è da rinviare al mittente. Noi, con la proprietà, non abbiamo mai avuto nulla a che fare. La nostra controparte è sempre stata l'amministrazione pubblica, che aveva il potere di dare il via libera o meno ad un progetto ereditato della giunta precedente. Questa amministrazione diceva di comprendere le nostre motivazioni, ma alla fine ha riconosciuto la validità del progetto. E noi adesso abbiamo girato al Comune di Verona e alla seconda circoscrizione questa lettera che abbiamo ricevuto dalla proprietà. Vogliamo vedere se la voce dell'amministrazione pubblica si leverà in difesa dei diritti di noi ricorrenti».

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