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Zaia: «Cpr non fermano i flussi migratori». E sul fine vita ripete: «Serve una legge»

Il presidente della Regione ha confermato che al momento non ci sono state comunicazioni ufficiali su possibili aperture di centri per i rimpatri in Veneto

Oggi, 25 settembre, in provincia di Treviso, il presidente della Regione Luca Zaia ha aperto gli Stati Generali della Fibra Ottica ed ha candidato il Veneto a prima regione italiana ad utilizzare collegamenti solo in fibra ottica, spegnendo quelli precedenti in rame.

A latere dell'apertura, Zaia ha risposto anche a domande esterne agli Stati Generali e che hanno riguardato due temi di attualità: fine vita ed immigrazione.

«I malati terminali che vogliono gestire i loro fine vita non dovrebbero farlo con una sentenza della Corte Costituzionale, serve una legge», ha dichiarato il presidente della Regione, tornando dunque a chiedere una legge sul fine vita che recepisca le linee evidenziate dalla Corte Costituzionale e su cui al momento anche il Veneto si sta orientando per consentire un fine vita più rispettoso delle volontà dei malati.

E sull'immigrazione, Zaia ha ripetuto che il Governo preme per creare un centro per i rimpatri (cpr) in ogni regione. In Veneto, non ci sono cpr, ma al momento non ci sono state comunicazioni ufficiali sull'apertura di un cpr in Veneto. E comunque, per il presidente della Regione: «I cpr non servono a bloccare i flussi migratori». Luca Zaia ha infatti specificato che il cpr è un «luogo di detenzione amministrativa per il rimpatrio in cui si può stare fino a un massimo di 18 mesi». È dunque una struttura che «fa parte della filiera dell'immigrazione, ma non serve per bloccare i flussi».

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