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Covid, varianti in Veneto: quella inglese è prevalente, 50 casi di variante delta

I dati sono stati forniti da Antonia Ricci, direttrice dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, durante il periodico aggiornamento sull'emergenza coronavirus del presidente della Regione Luca Zaia

Questa mattina, 16 giugno, il presidente della Regione Luca Zaia ha ritenuto di avere comunicazioni importanti sull'emergenza coronavirus in Veneto. Per questo ha convocato il consueto appuntamento informativo dalla sede della protezione civile regionale di Marghera, a cui hanno preso parte anche l'assessore alla sanità Manuela Lanzarin ed Antonia Ricci, direttrice dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie. «Tutti i sequenziamenti del virus passano attraverso questo istituto ed il Veneto è primo a livello nazionale per caricamento dei risultati delle sequenziamenti nella banca dati nazionale», ha spiegato Zaia.

Gli aggiornamenti forniti oggi dal presidente Zaia sono quelli contenuti nei due bollettini regionali, il primo sui contagi e i ricoveri per coronavirus ed il secondo sulla campagna vaccinale. «Nelle ultime 24 ore abbiamo individuato 84 positivi al virus e la prevalenza dei tamponi positivi è sempre bassa perché è allo 0,33%, essendoci 84 test positivi su 25.510 test complessivamente eseguiti - ha illustrato Zaia - I ricoverati per Covid-19 negli ospedali del Veneto sono attualmente 372, di cui 326 in area non critica e 46 in terapia intensiva. E se sommiamo ai 46 pazienti Covid con i 394 pazienti non Covid abbiamo il totale dei pazienti attualmente in terapia intensiva in Veneto: 440».
«E sulle vaccinazioni anti-Covid - ha proseguito Zaia - Nelle ultime 24 ore le inoculazioni sono state 47.269. In magazzino abbiamo 223mila dosi, ma abbiamo finito i vaccini Pfizer. Oggi però arrivano 238.680 dosi di Pfizer, 11.650 dosi di Johnson & Johnson e domani arriveranno 42.600 dosi di AstraZeneca. Inoltre, tra ieri e oggi sono arrivate delle dosi aggiuntive di Moderna e Pfizer che ci serviranno per i vaccinati con AstraZeneca che non possono fare il richiamo con lo stesso vaccino perché hanno meno di 60 anni. La campagna vaccinale va avanti e più vaccini ci arrivano, più appuntamenti riusciamo a prendere per somministrarli a chi vuole vaccinarsi. Abbiamo ragione di credere che ad agosto riusciremo a somministrare almeno una dose a tutti i veneti che si vogliono vaccinare. Comunque, abbiamo già messo in sicurezza tutti i cittadini con più di 60 anni».

Nel suo intervento, Antonia Ricci ha confermato che anche la variante delta del coronavirus è presente in Veneto. «L'attività di controllo sulle varianti del virus è ancora più cruciale ora che ci sono i vaccini - ha spiegato Ricci - La vaccinazione è una sorta di accerchiamento del virus, il quale cambia in modo casuale e ovviamente di tutti i cambiamenti emergono quelli che favoriscono il virus rispetto agli anticorpi. Quindi è normale che adesso emergano numerose varianti e che alcune di queste rendano il virus meno sensibile all'azione degli anticorpi. Non c'è niente di particolarmente preoccupante, ma i test eseguiti con i tamponi ed i successivi sequenziamenti devono continuare. In questo momento, tutti i vaccini a disposizione sono efficaci contro tutte le varianti attualmente note. Ora, la variante di cui più si parla è la variante delta, che è una differenziazione della variante indiana, la quale si caratterizza per una maggiore contagiosità. Contagiosità che in Italia potrebbe essere frenata rispetto ad altri Paesi, come ad esempio l'Inghilterra, per una serie di fattori, tra cui quello climatico».
Antonia Ricci ha poi illustrato la situazione delle varianti del coronavirus in Veneto: «Ad oggi abbiamo depositato nella banca dati 1.182 sequenziamenti e siamo la regione italiana che ne ha depositati di più. E oltre ai sequenziamenti completi, stiamo eseguendo anche molti sequenziamenti parziali, con cui riusciamo ad identificare subito le varianti. Di questi sequenziamenti parziali ne abbiamo fatti 2.479. In Veneto esistono 28 gruppi genomici di coronavirus ed abbiamo isolato tutte e quattro le varianti ritenute più preoccupanti (le varianti inglese, indiana, sudafricana e brasiliana). Abbiamo però isolato anche altre varianti che non sono ancora preoccupanti ma sono comunque da monitorare. Ad oggi, la variante prevalente è quella inglese e tutte le altre sono presenti in percentuali molto basse. Di variante delta abbiamo isolato 50 casi, un numero che può sembrare elevato ma che deriva soprattutto da un focolaio nel Trevigiano che è stato subito circoscritto e che si sta spegnendo. Quindi non si può affermare che la variante delta sia in espansione in Veneto».

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