«In questi anni il gruppo ha affrontato un importante processo di riorganizzazione che ha visto, peraltro, prendere corpo significative esperienze di reindustrializzazione, quale quello della Cooperativa Fonderia Dante di Verona», ha detto Donazzan
62 ex dipendenti della storica azienda di San Bonifcio, che rischiavano la disoccupazione, hanno scelto la via dell’autoimprenditorialità e dato vita alla sesta esperienza in Veneto di ‘workers buyout’
La Cgil non ha firmato l'accordo sugli esuberi perché prevedeva dei licenziamenti. La Cisl, invece, l'accordo l'ha firmato e gli esuberi sono passati da 400 a 199, molti dei quali hanno scelto l'uscita dal lavoro incentivata
"Il 23 settembre si avvicina. - ha spiegato Massimiliano Nobis Segretario generale Fim Veneto - Manca l’apertura su una parziale riduzione del numero totale degli esuberi e un'importante cifra economica destinata per i cosiddetti incentivi all’esodo volontario"
Dopo giorni di rigidità, i vertici sono tornati a confrontarsi con i sindacati, che chiedono una riduzione degli esuberi programmati, circa 400 lavoratori di cui 300 a San Bonifacio
I licenziamenti all'interno del gruppo saranno 300 solo a San Bonifacio. La dirigenza non vuole neanche discutere di una possibile riduzione e la protesta dei lavoratori continua
L'azienda non apre a nessuna concessione ai lavoratori. I circa 400 esuberi, di cui 300 a San Bonifacio, rimangono e ora i sindacati dovranno discutere degli ammortizzatori sociali
I sindacati Fim-Cisl e Fiom-Cgil respingono la procedura di licenziamento avviata dalla ditta, che prevede il tagli di 404 posti di lavoro, 300 dei quali nella sede di San Bonifacio
Si parla di 400 posti di lavoro a rischio. I licenziamenti non sono ancora partiti, ma da metà ottobre terminerà la cassa integrazione. I sindacati chiederanno quindi un prolungamento degli ammortizzatori sociali
I consiglieri tosiani Giovanna Negro, Andrea Bassi, Stefano Casali e Maurizio Conte chiedono a Palazzo Balbi di bloccare i licenziamenti, mentre Fim Cisl e Fiom Cgil respingono il piano industriale e proclamano lo stato di agitazione
Presentate ai sindacati le linee giuda del piano industriale che mira a ricostruire l'azienda, mantenendola a San Bonifacio. Ma l'impatto occupazionale è rilevante
La famiglia Ferroli scende al 40% della società ma ora è pronto il piano di ristrutturazione che dovrebbe portare l'azienda di nuovo tra le eccellenza dell'industria termomeccanica
La rinegoziazione del debito, arrivato in primavera a quasi 300 milioni di euro, proposta dall'azienda termomeccanica di San Bonifacio, ha ricevuto il via libera dalla maggior parte dei creditori
La produzione all'interno della ditta Ferroli di San Bonifacio era riuscita a ripartire nel giugno scorso, grazie all'immisione di liquidità per 35 milioni. Dopo un periodo estivo positivo si attende ora la presentazione del piano di rilancio dell'azienda
I 900 dipendenti dell'azienda di San Bonifacio torneranno progressivamente al lavoro. I sindacati hanno incontrato i vertici per un aggiornamento sulla situazione
"La presenza dei clienti testimonia che il lavoro non manca, ma non ci vengono dare le risorse per produrre", spiegano gli operai in protesta all'esterno dell'azienda, che da tempo sono sotto contratto di solidarietà
Il silenzio dell'azienda è ciò che preoccupa maggiormente. Oggi i rappresentanti sindacali saranno a Roma al Ministero dello Sviluppo, ma i 900 lavoratori di Ferroli mettono in chiaro: "Di certo non molliamo"
Sono indiscrezioni, ma sembrano attendibili. Una compagnia di management che potrebbe contare su finanze dall'Inghilterra sarebbe pronta a fornire il capitale per risanare l'azienda di San Bonifacio