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Rio, seconda medaglia veronese. Argento di Filippo Lanza con L'Italvolley

Guai a chi dice "solo un argento". Gli azzurri hanno giocato per l'oro e hanno perso. Ma anche il secondo posto è un risultato da festeggiare perché le medaglie olimpiche non sono scontate

Guai a chi dice "solo un argento". È vero che Filippo Lanza avrebbe potuto vincere l'oro olimpico con la nazionale italiana di volley maschile nell'ultima giornata dei giochi di Rio 2016. Ma è anche vero che una medaglia non è mai scontata e nessuno te la regala, anche se parliamo di pallavolo, sport che dalla Generazione di Fenomeni vede l'Italia sempre protagonista.

Non sarà salito sul gradino più alto del podio come il ciclista di Oppeno Elia Viviani, ma anche Lanza, come tutta la squadra allenata da Blengini merita di essere festeggiata, nonostante la delusione per l'oro perso sia stata a caldo l'emozione più forte rispetto alla soddisfazione per un argento che ha reso il medagliere italiano migliore di quello di Londra 2012. Stesso numero di medaglie, ma molto più preziose, come più prezioso è questo argento del volley rispetto al bronzo di quattro anni fa. 

Per l'Italvolley il tabù oro olimpico rimane. Agli azzurri che nella storia hanno vinto tutto quello che si poteva vincere hanno ancora uno spazio vuoto nella bacheca dei trofei da riempire. Ci riproverà a Tokyo 2020 e magari ci sarà ancora Filippo Lanza, se a 29 anni riuscirà ancora a mantenersi un giocatore di livello internazionale. Come ci proveranno anche gli altri atleti veronesi che sognano di partecipare ad un'olimpiade e magari di tornare a casa con una medaglia al collo, come quelle di Lanza e Viviani.

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