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L'Hellas Verona recita la parte della vittima e l'Inter passeggia a San Siro

Dopo neppure un minuto i padroni di casa sono passati in vantaggio con Icardi, con i gialloblu frastornati e quasi rassegnati alla sconfitta, con Perisic e ancora l'argentino che hanno messo poi la parola fine al match

Ancora una prestazione da dimenticare per l'Hellas Verona, che allo stadio Meazza viene battuto per 3-0 dall'Inter nella trentesima giornata di Serie A, senza mai riuscire ad entrare veramente in partita. 

Pronti, via! E i padroni di casa si sono portati subito in vantaggio dopo neppure un minuto di gioco, con Perisic che ha lanciato in profondità Icardi con una rimessa laterale, sfruttando la prima, colossale amnesia difensiva scaligera, e il numero 9 che non si è fatto pregare per insaccare alle spalle di Nicolas. Colpita a freddo, la squadra di Pecchia non ha saputo reagire dal punto di vista caratteriale e tanto meno da quello delle occasioni, venendo costantemente sopraffatta dai padroni di casa.
Davanti ad un avversario apparso fin da subito timoroso e quasi rassegnato, la banda di Spalletti ha trovato terreno fertile sulle fasce per le sue scorribande, riuscendo spesso a sfondare: così all'11' è stato Gagliardini a spedire alle stelle l'assist da destra fornito da Rafinha, mentre tre minuti dopo è stato Perisic a sorprendere Ferrari alle spalle e a battere Nicolas sul primo palo. 
Al 18' invece il protagonista è stato l'arbitro Rocchi e l'addetto al VAR Guida, che non hanno sanzionato lo sgambetto fatto da terra da D'Ambrosio su Petkovic dopo un batti e ribatti in area: riguardando infatti le immagini, appare evidente come il terzino abbia atterrato l'attaccante, ma incomprensibilmente la terna arbitrale ha preferito lasciar correre. Sotto di due reti l'Hellas ha provato a costruire un'azione degna di questo nome, riuscendo a ricavarne solo un piccolo parapiglia in area avversaria al 22', con Calvano che non è riuscito a colpire a dovere la sfera. 
In perenne difficoltà a centrocampo e messa male sul terreno di gioco, la formazione di Pecchia ha provato anche a pressare gli avversari, facendolo però in maniera scoordinata e senza la giusta cattiveria, non riuscendo quindi quasi mai a rallentare la manovra nerazzurra. Ma i limiti dei veronesi sono apparsi evidenti anche sotto il profilo del gioco, come già successo in questa stagione: banali errori tecnici e nelle scelte, hanno mostrato una volta di più come questa squadra dia l'impressione di non avere ancora le idee chiare. Solamente al 38' gli ospiti sono riusciti a sviluppare un buon contropiede, dal quale però non hanno ricavato che un calcio d'angolo. 

LA CRONACA E IL TABELLINO

Ad inizio ripresa il Verona è sembrato scendere sul terreno di gioco con un atteggiamento più propositivo, ma le solite enormi distrazioni difensive lo hanno portato a rischiare al 48' e a subire il definitivo 3-0 un minuto dopo, con un erroraccio in fase di disimpegno di Ferrari che ha spianato la strada a Perisic e al suo servizio per Icardi. 
Con la partita virtualmente chiusa, l'Hellas non è riuscito a tirare fuori l'orgoglio e a regalare la gioia del gol ai propri tifosi, con Aarons che ha sfiorato il palo al 51' e Calvano che al 57' è andato vicino all'incrocio da fuori, mentre il tiro a giro di Fares al 72' si è stampato sul palo. Ma ad andare più vicina alla rete è stata ancora una volta l'Inter, con il palo di Candreva e le occasioni di Gagliardini e Cancelo. 
Nel finale infine è arrivato anche il cartellino rosso per Nicolas, reo di aver fermato irregolarmente Eder al limite dell'area da ultimo uomo.  

Da una squadra che deve cercare di fare punti su tutti i campi per provare ad agganciare la salvezza ci si aspettava un'altra partita, invece questo Verona è apparso scendere sul terreno di gioco di San Siro con lo spirito della vittima sacrificale, senza quell'agonismo che gli avrebbe potuto permettere di rendere le cose difficili ad un Inter certamente più forte, ma non irresistibile. È mancata la corsa, è mancato il carattere alla squadra di Pecchia, ma è mancata anche un'idea di gioco e una disposizione opportuna in campo: i gialloblu infatti continuano a non riuscire a costruire delle azioni da gol, con Petkovic quasi completamente annullato dagli uomini di Spalletti, e una manovra di gioco fluida. Sono sempre troppi gli errori in fase di disimpegno, molti dei quali banali, ed è sempre presente la sensazione che il portatore di palla non abbia idea di come gestire la sfera, venendo anche assistito poco dai compagni. Il centrocampo poi è stato surclassato anche oggi dagli avversari sotto tutti i punti di vista, senza riuscire a dettare i tempi di gioco e a fornire un'adeguata copertura alla difesa. 
In tutto questo le scelte di formazione di Pecchia continuano a non pagare, così come i cambi successivi, e ora il tecnico è chiamato a trovare punti nelle sfide di Benevento (mercoledì alle 17) e del Bentegodi con il Cagliari (domenica alle 15), che appaiono sempre più come un crocevia fondamentale nella rincorsa alla salvezza. 

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