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Hellas, Pecchia si presenta alla città: "Il mio sarà un calcio propositivo"

Si è tenuta il 21 giugno la prima conferenza stampa del nuovo allenatore del club, che ha raccontato le sue emozioni per essere approdato a Verona e la sua idea di gioco, che intende esaltare il più possibile il pubblico del Bentegodi

Oggi, 21 giugno, è stato un giorno importante in casa Hellas Verona. È stato presentato infatti Fabio Pecchia, l'allenatore a cui sono state affidate le speranze di ricostruzione, e risalita, di club e tifosi, dopo la deludente stagione che si è da poco conclusa. In conferenza stampa, il neotecnico ha affrontato numerosi argomenti, partendo da cosa lo ha spinto ad accettare il Verona, a quali sono le sue idee di gioco, chiudendo con un messaggio rivolto ai suoi nuovi supporters. Ecco le sue parole pubblicate anche sul sito della società. 

IL MIO ARRIVO A VERONA

«Le mie prime impressioni come allenatore del Verona? E’ una grande emozione. Il mio arrivo? Scelta consapevole, voluta e consensuale con il Presidente Setti: ci siamo conosciuti e piaciuti subito. Prima di scegliere Verona ho comunque rotto un contratto importante di 3 anni con il Newcastle, volevo fortemente allenare l’Hellas. Questo momento ora è arrivato, con grande emozione e grande felicità. Cosa mi ha fatto scegliere Verona? Il mio primo contatto è stato col Presidente, una persona determinata, che sa quello che vuole. Parlando di Hellas, è una Società prestigiosa, una squadra importante, con squadra e tifoseria importanti; per me un’occasione da prendere sul serio! Importante anche il rispetto dei ruoli, perché l'allenatore da solo non è in grado di arrivare a grandi risultati. Ma se alle spalle c’è una Società seria, sana, con rispetto dei ruoli, dei valori e condivisione degli stessi, si può lavorare con maggiore serenità, questo è un valore aggiunto»

L’HELLAS VERONA DI PECCHIA

«Come sarà il Verona di Pecchia? Al di là del modulo cercheremo di lavorare per avere un gruppo, una mentalità e uno spogliatoio forti , per poi affrontare nel corso della stagione eventuali momenti di difficoltà. Chiaramente il mio sarà un calcio propositivo, in grado, spero, di trascinare il nostro pubblico, il Bentegodi deve essere nostro amico. Il modulo sarà il 4-3-3, ma senza fissarsi troppo su un singolo schema, l’importante sarà la mentalità della squadra, che deve sempre giocare per vincere. I contatti con il Direttore Sportivo sono quotidiani, su una cosa dobbiamo essere molto attenti: cerchiamo calciatori con qualità morali, che siano orgogliosi di venire a Verona per rappresentare questa Società e vestire la maglia, poi sul piano tecnico ci possono essere calciatori con qualità differenti. Nel momento in cui mi daranno una maglia per allenare mi si appiccicherà addosso. Juventino napoletano? Quello che è stato, fa parte del passato, il mio futuro è l’Hellas e darò tutto me stesso per questa squadra e questi colori. Qualche richiesta per il Direttore Fusco? Sono molto sereno e ho tantissima fiducia nel suo operato, arriveremo in ritiro con la struttura della squadra già pronta, il mio obiettivo è tirare fuori il massimo dai calciatori e le loro possibilità, penso a Pazzini e Gomez e anche a tanti altri. Come eliminare le scorie della retrocessione? Penso alle ultime partite vinte con Juventus e Milan, la squadra ha valori importanti. Concentriamoci su quello che sarà, a gettare le basi di una stagione importante già dal ritiro. Cosa chiedo a Toni e Pazzini? Luca è una grande risorsa, ha smesso col calcio giocato ma rappresenta un grosso valore per me. In questi anni è stato un simbolo per questa Società. Pazzini deve fare quello che sa fare, il campione: è un calciatore sul quale puntiamo, ho grandissima fiducia in lui e nel suo potenziale, deve tornare a fare quello che sa fare meglio. Le aspettative della piazza? Dobbiamo fare un campionato bello, avvincente: molte squadre guarderanno la cima e lo faremo anche noi. Quale sarà la rivale del Verona? Parlarne adesso è riduttivo, il Crotone l’anno scorso si è salvato ultima giornata e quest’anno è stato protagonista, penso alla squadra e a creare ambiente positivo ed entusiasmo. Chi sarà il capitano? Valuteremo le personalità, voglio una squadra con 25 leader, se sarà un ragazzino di 20 anni ben venga, voglio creare in tutti senso di responsabilità. I giovani? Saranno importanti per la squadra, se un calciatore è forte non ci saranno problemi e questi ragazzi saranno importantissimi per la squadra, penso ai vari Cappelluzzo, Zaccagni e Fares, testimoni del grande lavoro fatto da mister Pavanel e da tutto il Settore Giovanile. Di questo avremo bisogno, di un mix di entusiasmo e spensieratezza della gioventù. Se sentirò la pressione? Non c’è obbligo di vincere, ma ho voglia di vincere, cercheremo di creare una mentalità vincente. L’esperienza più fresca è quella del Leister, che ha vinto grazie ad un grande gruppo e allo spogliatoio, un’esperienza molto simile a quella del Verona di Bagnoli. La mia esperienza? Da calciatore ho cambiato tanti allenatori, tutti mi hanno insegnato qualcosa, Gigi Simoni in particolare era grandissimo nel ricercare i valori per costruire un gruppo, proprio come faceva Bagnoli. L’ho visto da calciatore, è un aspetto importante, perché senza di questo si parte con il freno a mano La mia visione del calcio? La squadra deve essere protagonista e consapevole, deve sapere come comportarsi e gestire le varie situazioni, equilibrata punto di vista tecnica e mentale. Il mercato? Non viene venduto nessuno ma sono tutti sul mercato, proprio come ha detto il Direttore».

LO STAFF

«Il mio staff è quello con cui ho lavorato a Latina, il mio secondo ha fatto un’altra scelta, quella di lavorare con le proprie gambe, decisione che anche io ho intrapreso. Con Nicola Corrent c'è un ottimo rapporto dai tempi del Como. È sveglio e intelligente, inoltre conosce bene la piazza. Il preparatore dei portieri, invece, sarà Valerio Visconti. Come giudico le strutture di Peschiera e Racines? Sono assolutamente all’altezza, ci permettono di lavorare bene. Ho saputo che stanno rifinendo i lavori all’antistadio, è mia intenzione portare lì la squadra, compatibilmente con le possibilità e le tempistiche dei lavori. Lo stadio deve essere la nostra casa».

IL MIO MESSAGGIO AI TIFOSI

«Dobbiamo lavorare, questo è l’obiettivo. Come gruppo e come squadra dobbiamo fare il primo passo, con giusto entusiasmo e mentalità. Nicola Corrent mi ha raccontato della tifoseria, che ha caratteristiche inglesi. C’è grande passione, dobbiamo creare trasporto attraverso il giusto atteggiamento».

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