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L'Hellas presenta Maresca e Pazzini intanto lavora insieme alla squadra

"Questa piazza merita di stare in Serie A, ma la realtà è che siamo in B e dobbiamo fare di tutto per riportare il Verona dove merita", ha detto il centrocampista ex Juve e Fiorentina. Intanto sembrano migliorare le condizioni del Pazzo

Perché il Verona? Perché è una piazza stimolante, oltre che una società con un obiettivo importante, cioè tornare dove merita di stare. Il mio obiettivo non è personale ma collettivo, cioè dare una mano a questa società per tornare dove merita e aiutare i più giovani a crescere con qualche consiglio. L'interesse del Verona è nato un po' di tempo fa, e devo dire che è stato attraente fin da subito, è una sfida personale per me. Siamo in Serie B, ma tutto il contorno non ha nulla a che vedere con la categoria, sia a livello societario che di tifoseria. Questa piazza merita di stare in Serie A, ma la realtà è che siamo in B e dobbiamo fare di tutto per riportare il Verona dove merita. Ho scelto la maglia numero 16 perché era quella di Antonio Puerta, un compagno che ho perso ai tempi del Siviglia. Una maglia cui sono molto affezionato e che ho sempre scelto quando, come in questo caso, non era disponibile il 25. 

Queste le parole di Enzo Maresca durante la presentazione ufficiale che si è tenuta nella sede dell'Hellas Verona. Il centrocampista, ex Juve e Fiorentina tra le altre, è arrivato dopo la chiusura del mercato estivo in qualità di svincolato e ora si prepara a dare il suo contributo alla causa gialloblu. 

Mi sono allenato sempre e comunque, anche durante l'estate. Fisicamente mi sono preparato bene e sto lavorando benissimo. Sto facendo tutti gli allenamenti completamente assieme alla squadra, mai a parte, ma cosa potrò dare lo vedremo. Metto a disposizione anche la mia esperienza, che non è però l'unica cosa importante, c'è anche il campo. Se accompagni le parole con l'esempio pratico, aumenti l'efficacia. Sia in Italia che all'estero, i giocatori di esperienza sono quelli che nei momenti di difficoltà possono dare una mano. Noi, quanto calciatori, atttraversiamo anche tanti momenti negativi, e c'è bisogno di giocatori esperti per venirne fuori. Ho sempre giocato come centrocampista, e il mio ruolo in un centrocampo a tre come quello del Verona è quello davanti alla difesa. 

Il centrocampista rifiuta poi il paragone con il suo Palermo che tornò in serie A e mette in guardia gli addetti ai lavori sulle insidie della "B", nonostante gli piaccia l'atteggiamento in campo voluto da Fabio Pecchia. 

Questo Verona simile al Palermo 2013/14? Sbagliato fare paragoni, ci sono caratteristiche diverse, quella è una squadra che ha vinto il campionato e l'anno successivo ha fatto 50 punti in Serie A. Questa è un'altra squadra con altre caratteristiche, credo sia sbagliato dire a priori quanti punti possiamo fare e dove possiamo arrivare. Per fare tanti punti noi dobbiamo pensare alla partita di sabato e poi alla gara successiva. E' un errore pensare che il Verona possa stravincere il campionato: lo possiamo vincere, ma solo pensando di partita in partita. Abbiamo visto a Benevento che ci sono tante situazioni in ogni gara, squadre che contro il Verona vogliono fare la partita della vita, quindi non sarà facile. Questo Verona fa un gioco di possesso, paragonabile a certe realtà spagnole. La cultura italiana è più per il distruggere che per il creare il gioco, mentre in Spagna c'è più una mentalità di questo tipo. Vincere da favoriti è ancora più difficile, quindi il nostro gioco può anche essere simile alle realtà spagnole, ma da solo non basta. Va accompagnato da altre caratteristiche. Sabato scorso un'espulsione ha condizionato la gara, eppure, nonostante questo, è stato il Benevento a difendersi, il che fa capire il rispetto che c'è per il Verona. Bisogna lavorare sull'attenzione, perché saranno 39 partite in cui tutti cercheranno di fare la grande gara con l'Hellas, in quanto squadra candidata alla Serie A e che, in più, esprime un bel gioco. Possiamo dire che il nostro campionato consiste nel cercare di vincere sempre, quindi il timore dei tifosi ci può stare, e ogni tifoso dirà sempre che preferisce la vittoria al bel gioco, ma provare a fare calcio, a fare qualcosa di diverso, per me è un atto di coraggio. Vincere e giocare bene non sarà facile, ma proveremo a fare entrambe le cose. La prima partita che ho visto di questo Verona è stata contro la Salernitana, ho visto una bella squadra, con qualche situazione di difficoltà, che però ci saranno sempre, anche sabato con l'Avellino, quando si difenderanno in nove dietro alla linea del pallone. Per quanto riguarda l'allenatore, Pecchia chiede tantissima intensità tutti i giorni, credo che questa sia la chiave per raggiungere gli obiettivi. Ogni mister ti dà qualcosa di diverso rispetto agli altri, ma si vede che questo ha avuto la possibilità di collaborare con un allenatore come Rafa Benitez. Si vede che ha idee superiori alla media. Il Verona poi ha tanti giovani bravi, come tutti i giovani possono avere annate altalenanti e per questo sono difficili da giudicare, ma in questa settimana ho visto tanti ragazzi interessanti. Spero che con il tempo possano fare un grande percorso. 

Proseguono intanto gli allenamenti allo Sporting Club di Peschiera in vista della sfida contro l'Avellino. Fares è tornato ad allenarsi in gruppo, mentre Valoti e Zuculini hanno proseguito con il differenziato. Novità invece sul fronte Pazzini: il capitano infatti ha svolto parte del lavoro con la squadra, prima di proseguire con il proprio programma differenziato. 

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