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Sport Stadio / Piazzale Olimpia

Hellas soffre ma strappa un pari con il Palermo, guidato da Zaccagni e Lee

Alla rete di Di Carmine ha risposto Rajkovic, ma i migliori per i gialloblu sono stati l'italiano e l'ala coreana. Ancora tante ombre sulla prestazione della squadra di Grosso, messa a dura prova dai rosanero di Stellone

Allo stadio Bentegodi la capolista Palermo è stata costretta al pareggio dall'Hellas Verona, nella tredicesima giornata di Serie B, che torna così a fare punti dopo la brutta sconfitta di due settimane fa contro il Brescia. 

La prima parte di partita è stata un vero incubo per i gialloblu, schiacciati dagli avversari nella propria metà campo e senza il sostegno dei propri tifosi, impegnati nella contestazione annunciata nei giorni scorsi. La squadra di Stellone è partita subito molto forte, prendendo in mano il pallino del gioco e cercando di sfruttare le fasce, soprattutto la destra, dove Rispoli nei primi minuti ha trovato grandi spazi. Con Marrone riportato a centrocampo e Dawidowicz in difesa, i padroni di casa hanno badato innanzitutto a serrare i ranghi, senza però riuscire ad attaccare: timida ed impacciata, la formazione di Grosso ha subito mostrato tutti i difetti delle scorse settimane. Poco movimento senza palla e spesso sbagliato, che produce inevitabilmente un possesso di palla sterile, ed un pressing molte volte mal coordinato, hanno fatto pensare al peggio i pochi tifosi scaligeri presenti e probabilmente anche Fabio Grosso (la cui panchina ancora traballa). Il fortino scaligero però non si è arreso e ha continuato a respingere gli attacchi avversari, rischiando anche relativamente poco, almeno fino al 27', quando Silvestri d'istinto ha allontanato la conclusione di Trajkovski. 
Qualche piccola fiammata i galloblu però l'avevano provata, accesa soprattutto da Lee e Zaccagni (oggi i migliori in campo, almeno per chi scrive) e al 31' è stato proprio il coreano a partire in velocità nel cuore della trequarti rosanero e a mettere in moto Matos, abile a servire il solitario Di Carmine, che non si è fatto pregare per piazzare la sfera sul secondo. Da lì è iniziata una partita diversa: il Palermo infatti ha continuato a fare gioco, senza però avere quella fluidità di manovra dei primi minuti, mentre gli scaligeri attendevano per poi lanciarsi in azioni e scambi in velocità, che in due occasioni hanno rischiato di portarli al raddoppio alla fine del primo tempo, complice forse anche la doccia gelida subita dagli ospiti alla mezzora. 

IL TABELLINO E LA CRONACA DELLA PARTITA

La ripresa è poi iniziata sulla falsa riga della prima frazione, con i gialloblu che in un paio di occasioni si sono fatti sentire dalle parti di Brignoli. I siciliani nel frattempo hanno continuato a macinare gioco, servendosi spesso delle corsie laterali, trovando però una difesa scaligera sempre attenta e pronta a salvarsi, anche con qualche affanno. Alla prima distrazione però, ci ha pensato Rajkovic a rimettere il risultato in parità (67'), incornando la sfera su calcio d'angolo dopo essere stato colpevolmente lasciato solo dalla difesa. 
Negli ultimi 20 minuti è partita la girandola dei cambi, che ha modificato lo schieramento delle squadre, entrambe alla ricerca della vittoria. Nella confusione che spesso si è creata sul terreno di gioco, sono stati gli ospiti ad avere la meglio, nonostante l'Hellas abbia cercato di tenere maggiormente la sfera, con Moreo prima e Puscas poi che hanno peccato di mira in due importanti opportunità. A triplice fischio dell'arbitro Di Paolo dunque, le due formazioni si sono dovute accontentare di un punto a testa. 

Sono ancora più le ombre che le luci in casa Hellas Verona. La formazione di Fabio Grosso ha affontato una delle dirette concorrenti alla promozione in una sfida dall'alto tasso di difficoltà anche per le condizioni ambientali, ma resta il fatto che la prestazione non è stata convincente. La prima mezzora dei gialloblu è stata letteralmente sconcertante, con i giocatori quasi impauriti nel cercare di proporre gioco e una mancanza d'intesa, anche tra i reparti, lampante. Nonostante questo però, qualche folata c'è stata, qualche luce è stata accesa, merito soprattutto di un giocatore che in pochi si aspettavano in campo dal primo minuto, Lee, e di uno che invece qualche volta dall'inizio è partito, ovvero Zaccagni. È stata principalmente la loro velocità ed imprevedibilità a scuotere la squadra e a creare problemi agli avversari, con il solito Matos comunque sempre pronto ad accendersi e Di Carmine costretto ad un'altra partita di grande sacrificio. E Pazzini? Il capitano è stato mandato sul terreno di gioco nell'ultimo scampolo di partita, probabilmente per cercare di azzannare qualche palla vagante. 
Grosso, se resterà in panchina, ha ancora moltissimo sui cui lavorare e potrà anche sfruttare il turno di riposo introdotto quest'anno: l'Hellas infatti tornerà in campo il 9 dicembre contro il Benevento. 

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