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Hellas, a Napoli «tifosi arrivati in ritardo». E la vicenda approda al Viminale

Dalla Polizia di Stato partenopea è arrivata la spiegazione chiesta dal sindaco Sboarina e dal presidente Setti, mentre Lorenzo Fontana ha firmato un'interrogazione utile a chiarire fatti ed accertare eventuali responsabilità

Inaccettabile il trattamento che è stato riservato oggi ai tifosi veronesi a Napoli non ha spiegazioni. Non esiste in nessuna città che si impedisca a persone che hanno pagato regolare biglietto e fatto centinaia di chilometri di non entrare allo stadio. Comportamento inspiegabile di cui chiederò conto al Prefetto di Napoli. Con quali ragioni si fermano i pullman privando le persone di un diritto sacrosanto e anche pagato non poco. Uno sgarbo inaudito, ma anche sportivamente scorretto lasciare giocare una squadra senza i suoi sostenitori. Ho già parlato con il Prefetto di Verona e nelle prossime ore chiameremo Napoli per sapere i motivi. Ricordo infatti che a parti invertite, a Verona non ci siamo mai sognati di fare niente di simile. Qui da noi i napoletani vengono ovviamente trattati come tutti gli altri tifosi, diversamente da quel che è successo ai veronesi nella loro città.

Così il sindaco di Verona, Federico Sboarina, aveva commentato l'ingresso allo stadio San Paolo avvenuto in grande ritardo dei tifosi dell'Hellas Verona in occasione della partita contro il Napoli. Anche il presidente del club scaligero, Maurizio Setti, aveva espresso il proprio disappunto per il trattamento riservato ai propri sostenitori, chiedendo a sua volta spiegazioni in merito alla vicenda. 

Spiegazioni che sono arrivate direttamente dalla Polizia di Stato partenopea, come riferiscono i colleghi di NapoliToday. 
Secondo quanto riferito dalle forze dell'ordine, i circa 500 veronesi sarebbero arrivati in ritardo al punto d'incontro con la polizia. Anziché arrivare alle 16, sarebbero giunti alle 16.45 a bordo di cinque autobus, una trentina di minivan e venti auto private, dovendo poi affrontare come al solito i controlli degli agenti. È stato spiegato infatti che in genere i supporters ospiti si presentano almeno due ore prima del fischio d'inizio (in questa occasione fissato per le 18). 
Sempre la polizia, infine, ha specificato di aver eseguito i controlli in maniera più veloce proprio a causa del ritardo iniziale: il convoglio sarebbe partito dopo circa 40 minuti, scortato dagli agenti, e avrebbe evitato la tangenziale dove era presente un ingorgo. 

La vicenda nel frattempo è arrivata all'attenzione del Governo. 
A sollecitare il ministro dell'Interno a chiarire i fatti e ad accertare eventuali responsabilità è il deputato della Lega e commissario della Liga Veneto Lorenzo Fontana, che ha firmato un'interrogazione al Viminale.

Mi auguro che anche il ministro competente faccia chiarezza su una vicenda che ha lasciato perplessi - dice Fontana -. Trovo grave che i tifosi dell'Hellas - che hanno affrontato una lunga trasferta e pagato un biglietto, neanche a poco - non abbiano potuto accedere allo stadio dall'inizio della partita.
Una scelta che non ha spiegazioni apparenti e che lascia decisamente perplessi.
Ricordo gli spiacevoli antefatti del 5 novembre 2017, quando alcuni supporter partenopei presero d'assalto il bar Oro Bianco, a Verona, ritrovo dei tifosi Hellas. Sono vicende che niente hanno a che fare né col calcio né col tifo, ma che rientrano nel campo della correttezza, del rispetto e della legalità. Temi, questi, su cui non si possono tollerare sbandamenti.

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