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Enrico Ruggeri racconta Osvaldo Bagnoli e il miracolo dell'Hellas Verona

Enrico Ruggeri per la puntata odierna de "Il Falco e il Gabbiano" in onda dalle 15.30 su Radio 24, intervista l’ex centrocampista del Verona Pietro Fanna ripercorrendo la storia di Enrico Bagnoli storico mister dell'Hellas vincitore dello scudetto nel 1985

Osvaldo Bagnoli, ex allenatore che nel 1985 ha portato il Verona a vincere lo scudetto, il protagonista della puntata di oggi, venerdì 10 giugno, de Il Falco e il Gabbiano in onda alle 15.30 su Radio 24, in cui interverrà l’ex centrocampista del Verona Pietro Fanna.  Tutto iniziò nel lontano 1981 e in quattro anni Bagnoli riuscì a portare il Verona dal rischio della retrocessione in serie C alla vittoria del massimo campionato italiano di calcio: la serie A. Con un’intervista all’ex centrocampista del Verona Pietro Fanna, Enrico Ruggeri racconta a Il Falco e il Gabbiano in onda dalle 15.30 di oggi su Radio 24 la storia di Osvaldo Bagnoli.

Il calcio moderno ci ha ormai abituati a presidenti milionari, petrolieri incalliti, emiri e sultani da ogni parte del mondo che comprano squadre di calcio che poi rinforzano comprando i migliori giocatori. Spesso però, come dimostra la storia, ai loro investimenti non corrispondono i risultati sperati. Succede così che squadre meno ricche, meno titolate, con giocatori che rientrano nella media, stupiscono il mondo vincendo campionati e coppe. L'esempio lo abbiamo avuto con il Leicester di Ranieri, ma prima delle volpi blu “ci sono stati altri miracoli di quel genere, uno proprio in Italia”, afferma Enrico Ruggeri nel video in cui lancia la puntata de Il Falco e il Gabbiano in onda oggi alle 15.30 su Radio 24.

“Era il 1985 – racconta Ruggeri – e un uomo porta una dozzina, quattordici al massimo, di giocatori a vincere uno scudetto storico”. Quell’uomo era Osvaldo Bagnoli e la squadra era il Verona: una squadra di provincia che nel 1985 conquistò a sorpresa lo scudetto, battendo tutte le grandi. Dopo un anno nella prima squadra del Milan, Osvaldo Bagnoli viene ceduto al Verona che gioca in serie B. Lì conosce una ragazza e qualche anno più tardi si sposa. Così, anche se lui dopo tre stagioni in gialloblu si trasferisce a Udine, Verona rimane comunque la sua città. Dopo Udine passa al Catanzaro, poi Spal e di nuovo Udine. Bagnoli continua a giocare in diverse squadre fino alla stagione 1967-68 quando a 32 anni, a causa di un incidente stradale in cui è rimasto infortunato, medita il ritiro dal calcio. Dopo un periodo a Verbania passato nel doppio ruolo di giocatore e allenatore, nel 1973 decide di chiudere con il calcio giocato.

Appese le scarpe al chiodo, Bagnoli incomincia la carriera da allenatore. Inizia con l’allenare la Solbiatese in serie C per poi diventare allenatore in seconda di Pippo Marchioro al Como, dove la squadra conquista la promozione in serie A. Bagnoli è il trait d'union tra l’allenatore e i giocatori e questo gli permette di sviluppare un rapporto paterno del quale i giocatori sono molto contenti. Uno stile che diventa il suo personale quando dopo due stagioni al Cesena, e una storica promozione in Serie A, riceve una telefonata da Celestino Guidotti, presidente del Verona che è nel campionato cadetto. Lui sta rivoluzionando la squadra e gli serve un allenatore che sappia creare un gruppo unito e compatto. Per Bagnoli è l'occasione giusta per tornare a casa.

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