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Verona, Giovanni Sartori dice addio al Chievo Verona: "È arrivato il momento di fermarsi"

Annuncio choc del direttore sportivo dei mussi che dopo trent'anni alla corte della famiglia Campedelli ha deciso di dire basta: "Penso che il Chievo abbia bisogno di altro e forse io oggi non riesco a darglielo". Come successore si fa il nome di Nember

“Lascio il Chievo”. È un annuncio choc quello di Giovanni Sartori, arrivato nella squadra della diga da giocatore trent'anni fa. Era il 1984, allora il Chievo era in Interregionale (attuale serie D). L'anno seguente con 17 gol contribuì a portare i gialloblù, per la prima volta nella storia, nel calcio professionistico. Un'altra promozione da giocatore (in C1) nella stagione 1988-89, poi l'esperienza in panchina come vice allenatore, il forte legame con Luigi Campedelli e nel 1992 la nomina, da parte del neo presidente Luca Campedelli, a direttore sportivo.

“In questi trent'anni, abbiamo vissuto giornate straordinarie e abbiamo superato giorni che sembravano impossibili - ha dichiarato Sartori a L'Arena -. Basta pensare all'ultima stagione, grande sofferenza e poi, la grande gioia della salvezza. Ma alla lunga, queste cose ti restano dentro, ti segnano. E ti fanno pensare, com'è successo a me, di doverti fermare".

E così il ds clivense dice basta, ma senza rimpianti, visto da dove è partito (serie D) e fin dove è riuscito ad arrivare (Champions League). Successi e traguardi impensabili, come impensabile pare oggi questo addio. Ma Sartori la sua decisione l'ha presa.

“Adesso mi fermo, perché sento che è giusto così. Perché penso che il Chievo abbia bisogno di altro e forse io oggi non riesco a darglielo...".

Un fulmine a ciel sereno, poco ma sicuro. Ma la macchina, per quanto perfetta, non può permettersi il lusso di fermarsi. E allora è già tempo di guardare al suo successore che potrebbe essere Luca Nember.

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