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Universit, un corso abbatte il tab dell'omosessualit

Il professor Bernini terr un insegnamento sulle teorie Queer, per rigettare le differenze di genere

L’Università di Verona apre allo studio filosofico e sociale dell’omosessualità ed al suo rapporto con la società contemporanea. Il corso, che partirà il prossimo 28 febbraio, sarà tenuto dal professor Lorenzo Bernini, già relatore di un insegnamento simile all’università Statale di Milano. Le lezioni analizzeranno le “queer theories”, ovvero quel pensiero, nato nel mondo anglossassone all’inizio degli anni ’90, che rigetta la creazione di categorie ed entità-gruppo artificiali e socialmente assegnate basate sulla divisione tra coloro che condividono un’usanza, abitudine o stile di vita e coloro che non lo condividono.

Il corso sulle “queer theories” intende mettere in discussione i modi consueti di pensare l’identità di genere e si propone di fornire un esempio del contributo che la filosofia può apportare alla comprensione critica dei problemi politici odierni. Un corso che si incerniera in modo quanto mai puntale sull’attualità e gli scandali, a sfondo sessuale e non, della classe dirigente italiana.

Un insegnamento che, come già accaduto a Milano, farà sicuramente storcere il naso a puritani e cattolici, ma farà discutere anche il mondo politico. “I temi trattati durante le lezioni non sono altro che quelli dei ‘gender studies’ e dei ‘gay studies’ che vengono trattati abitualmente nelle università straniere”. Presenta così il suo corso il professor Bernini, forte del successo che le sue lezioni hanno avuto a Milano: “Si tratta di questioni che riguardano da vicino i ragazzi, che alla Statale hanno risposto positivamente alle lezioni riempendo sempre l’aula”. Bernini si toglie anche qualche sassolino della scarpa e risponde a chi aveva sostenuto che alle lezioni meneghine ci fossero solo gay e lesbiche: “Si è trattato, invece, di un pubblico attento, eterogeneo ed incredibilmente serio. Tra i banchi erano presenti sia omosessuali, che eterosessuali, ma la differenza non è certo scritta sulla faccia di nessuno”.

Il corso che si aprirà alla Facoltà di Scienze della Comunicazione in un primo momento si interrogherà sullo statuto di quella disciplina universitaria che prende il nome di Filosofia politica e sul suo rapporto critico con la “realtà”. In seguito indagherà, prendendo come esempi Michel Foucault e Judith Butler, come le “queer theories” contemporanee contestino la rappresentazione binaria del genere con cui la medicina, la psicologia, l’ordinamento giuridico disciplinano oggi la percezione sociale dell’identità determinando esclusioni, discriminazioni, violazioni dei diritti umani delle minoranze.

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