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Interviste

Tutti i muri devono cadere

Anche se sono passati vent'anni, quella data quantomai attuale

Abbiamo festeggiato il ventennale della caduta del Muro di Berlino. Quell’evento ebbe un significato enorme: l’Europa si era rappacificata, la cortina di ferro dei Paesi comunisti in crisi irreversibile, i cittadini tedeschi liberi di passare il confine verso una vita di libertà.

Quel muro era stato voluto per negare a quei cittadini l’incontro con il resto del mondo. Il Muro era una fortezza per i suoi destinatari, non per la loro difesa ma per la loro sottomissione. Oggi abbiamo altri muri che, contrariamente a quello di Berlino, sono tutti difensivi. Ci difendono dalla paura dell’altro, diverso da noi per cultura, abitudini, provenienza o religione, dalla paura verso chi cerca la strada per uscire dalla povertà. Ed è vero muro quello che alza chi non riconosce la pari dignità ad ogni essere umano.

Ripensando a Berlino il Muro, all’apparenza invalicabile
, è caduto non per volontà politica ma perché travolto da fatti ormai ineludibili, dal desiderio di libertà e di unità di un popolo al quale il regime tedescoorientale non seppe resistere.

E i muri di oggi? I recinti difensivi non dureranno a lungo
: l’apertura dei confini, l’ingresso di nuovi popoli nell’Ue, il crescente bisogno di benessere che, solo se condiviso con chi ha meno, assicura una pace diffusa, porteranno inesorabilmente al crollo dei muri contemporanei.

A partire dai muri presenti nella nostra testa. Rivivremo la gioia che i berlinesi hanno mostrato al mondo in quello storico 9 novembre di allora.

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