Tassa di soggiorno, hotel a rischio chiusura il 17 marzo

Una battaglia senza esclusione di colpi. A Verona il no che riecheggia dalla Confturismo e da Federalberghi sulla tassa di soggiorno potrebbe portare, come nel resto d'Italia, ad una città deserta di turisti e visitatori. Così la nuova festa introdotta quest'anno per celebrare i 150 anni dell'Unita' d'Italia potrebbe andar storta ad italiani ma soprattutto agli stranieri, che rischiano di trovare gli hotel chiusi.

La Federalberghi-Confturismo è infatti pronta ad invitare i 34 mila alberghi della penisola a non accettare prenotazioni, per protesta contro la paventata introduzione della tassa di soggiorno. "Se il 2 febbraio dovesse essere licenziata la bozza Calderoli sul federalismo municipale e la tassa di scopo- commenta il vicepresidente di Federalberghi Verona, Bepino Olivieri- anche gli associati scaligeri chiuderanno le serrande il 17 marzo. Non c'è ancora l'ufficialità e siamo i primi a sperare di non dover ricorrere a misure così drastiche, ma è arrivato il momento di alzare la voce per constrastare una manovra così dissennata". Continua Olivieri: "Se il direttivo nazionale dovesse muoversi verso lo sciopero non esiteremo ad allineare la nostra territoriale. Abbiamo già pronto i manifesti". E le prenotazioni già accolte dai vari receptionist che fine faranno? "In vieremo le disdette per i giorni stbiliti. Per chi non ha prenotato pubblicheremo avvisi e comunicazioni online".

Quel giorno, nel quale si prevede che oltre 2 milioni di turisti tra italiani e stranieri pernotteranno nelle strutture alberghiere di tutta Italia, il mancato introito economico potrebbe portare l'erario a perdere, tra tassazioni dirette ed indirette, qualcosa come 100 milioni di euro. La Federazione ha anche deciso ulteriori ed estreme forme di protesta ed iniziative di piazza se la Commissione bicamerale sul federalismo non "battera' un colpo".