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Venerdì, 29 Marzo 2024
Interviste

Salgono le vittime, Veneto roccaforte del virus H1N1

Ieri il decesso di una 56enne all'ospedale di Legnago. Ma la popolazione sembra snobbare il vaccino

Anche se gli esperti ripetono che non c'è nulla di cui preoccuparsi, i numeri iniziano ad assumere una certa consistenza. Soprattutto in Veneto. E' di ieri la quarta vittima del virus H1N1 residente nella nostra regione. All'ospedale di Legnago è deceduta un donna 56enne affetta anche da sclerosi multipla. In tutti i casi registrati l'influenza A si è aggiunta a patologie croniche pregresse, destabilizzando ulteriormente il quadro clinico dei pazienti. A livello nazionale si contano dieci decessi per il virus H1N1 nel 2010, mentre i casi in cui si registrano complicanze stanno salendo. "I numeri sono in linea con quelli che ci si attende dalla distribuzione dell'influenza stagionale - ha spiegato il ministro della Salute Ferruccio Fazio - ma non possiamo escludere che ci saranno altri decessi in futuro".

Per i soggetti a rischio diventa importante, se non necessario, vaccinarsi. "Ogni anno ripetiamo che l'influenza non è una malattia da prendere sotto gamba - afferma il dottor Gianbattista Zivelonghi, dirigente dell'Ulss 20 - soprattutto nel caso del virus H1N1. In rari casi, infatti, potrebbe avere gravi conseguenze anche per persone non considerate a rischio. Quindi serve attenzione". Un'attenzione che rispetto allo scorso anni sembra scemare, forse anche per la minore copertura mediatica del fenomeno. Sono circa trecentomila, infatti, i vaccini ordinati dalle aziende sanitarie veronesi. Il numero è stato calcolato in base al fabbisogno del 2009. Si registra però in questi mesi una minore partecipazione da parte della popolazione, con un calo stimato di circa il 10% di persone che si vaccinano.

Il pericolo influenza A rimane, e c'è la possibilità che negli anni si ingigantisca. Il virus, infatti, ha la capacità di modificarsi di anno in anno. Quindi in futuro ci si potrebbe trovare privi di un vaccino efficace. Non è comunque il caso di quest'anno. Non ci sono infatti riscontri scientifici per poter affermare che il virus abbia mutato le proprie caratteristiche.

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