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La cantina di Monteforte sposa il Sigillo Vocariale

LOrdine premia persone che nel campo professionale e culturale hanno valorizzato lenologia

Sono ancora top secret i nomi che il 21 maggio riceveranno il Gran Sigillo Vicariale, riconoscimento sostenuto dalla Cantina Sociale di Monteforte. L’Ordine premia persone che nel campo professionale, artistico o culturale, hanno valorizzato l’enologia e il territorio. L’impegno della Cantina Sociale di Monteforte, infatti, è da sempre orientato alla protezione e alla promozione dell’area. Le motivazioni, che sono già rese note, ripercorrono proprio questi principi.

L’attenzione al territorio e alla promozione dell’area infatti si ritrovano nell’operato delle persone che sabato 21 maggio riceveranno il Gran Sigillo Vicariale. Saranno quattro i premiati e tra questi alcune personalità che hanno maggiormente contribuito a risollevare l’area, profondamente ferita dalle alluvioni dello scorso novembre, tra i primi ad aver raccolto il primo grido di aiuto dell’area. Questa onorificenza serve proprio per ringraziare quanti hanno lavorato nel sistema produttivo locale e a rendere il tutto speciale sarà l’atmosfera. Tra storia, tradizione e cultura, avverrà l’insediamento vicariale utilizzando l’originale decreto del Settecento.

La cerimonia sarà caratterizzata dall’antica formula, ancora oggi declamata in latino, e dai simboli e gesti rituali. I premiati riceveranno i tre elementi identificativi dei vicari: il cappello, l’anello e il mantello, e con questi faranno ufficialmente ingresso nell’Ordine del Gran Sigillo Vicariale. L’amore per il territorio da parte della Cantina è dimostrato anche dalle altre iniziative che sostiene, come la Montefortiana, gara podistica in programma il 3 giugno, che ogni anno richiama migliaia di appassionati. L’appuntamento, gemellato con Roma, New York e Tai Pei, rappresenta un modo ecosostenibile per fare scoprire a molti appassionati la terra dove nasce il Soave. Il tutto senza dimenticare l’impegno verso la sostenibilità ambientale. I soci, infatti, hanno recentemente aderito ad un progetto finalizzato all’uso di metodi alternativi all’utilizzo della chimica in vigneto.

Nata nel 1952 dall’unione di circa 80 vignaioli, conta oggi 600 soci che insieme coltivano circa 1300 ettari di vigneti per una produzione di oltre 2 milioni di bottiglie all’anno. Con il loro lavoro difendono le proprie colline, consapevoli che qui nasce la vera qualità.

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