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Il ruolo sociale di Ater, non solo gestore di case

Intervista al presidente Niko Cordioli, tra attivit amministrativa e politica

Per la prima volta esiste un fondo immobiliare per andare incontro a quello che oggi viene definito social housing”, a dirlo è Niko Cordioli, presidentedi Ater, che non nascondo la soddisfazione tra le sue parole.

“Dopo tanti anni che si parlava di piano casa finalmente il governo Berlusconi l'ha varato mettendo mano al problema dell’emergenza abitativa – prosegue Cordioli. - In altre parole, ora si può dare la possibilità anche a quelle persone che, per un problema di reddito, non riescono ad entrare negli alloggi popolari e dall’altra non riescono a prezzi di libero mercato, di avere una casa”.

Un obiettivo lodevole che parte da lontano, da un lavoro attendo sull’amministrazione dell’azienda, un’attività che ci ha esposto proprio Niko Cordioli.
“Il 2009 si è chiuso con un bilancio positivo per quanto riguarda l’Atar di Verona. Per questo è giusto ringraziare i tecnici, che sono quelli che lavorano dietro le quinte. Ma è anche grazie a loro nell’anno scorso abbiamo avuto un avanzo di bilancio di 400mila euro, risultato che ha permesso di reinvestire queste somme in manutenzione straordinaria dei nostri alloggi. Questo ha un duplice significato, da una parte risolvere i problemi di appartamenti vetusti e, dall’altra, permette ad alcune imprese che, per colpa della crisi non riescono più a lavorare col privato, di lavorare col pubblico, cioè noi”.

Nel 2009 è stata presa anche una decisione importante, e contestata, come quella di vendere alcuni alloggi agli inquilini.
“C’è stata una polemica col Partito Democratico per quanto riguarda quello che loro hanno definito uno spot elettorale. C’è da dire, invece, che con questa iniziativa 3275 inquilini possono acquistare il proprio alloggio. L'inquilino potrà venire in forma riservata nei nostri uffici, parlare con i tecnici e concordare le modalità d'acquisto”.

Questo cosa comporterà?

"Si tratta di alloggi costruiti prima dell’89, è quindi chiaro che hanno bisogno di interventi di manutenzione, per i quali l’Ater spende quasi 2milioni di euro l’anno. Dismettendo questi alloggi ci potrebbe essere un’entrata pari a 140 milioni di euro che può essere reinvestita o per la costruzione di nuove case o per l’acquisto di intere palazzine. Un’azione che da una parte accorcerebbe i tempi di consegna dei nuovi alloggi e dall’altra aiuterebbe le imprese che hanno invenduto”.

Oltre alla creazione di alloggi, sono molti gli accordi con le associazioni che lavorano sul territorio.
“Sono stati chiusi protocolli d’intesa molto importanti. Ad esempio, abbiamo chiuso un protocollo d’intesa col distretto del marmo attraverso il quale sarà possibile utilizzare, per le nuove costruzioni, il materiale lapideo tipico del nostro territorio. Inoltre, abbiamo stilato un protocollo anche con il Comitato paritetico provinciale per quanto riguarda l’igene e la sicurezza all’interno dei nostri cantieri. Chi si aggiudicherà lavori con Ater dovrà rispettare le normative in materia di in modo da scongiurare incidenti o problemi. Infine, un altro accordo importante è stato chiuso con la fondazione Edilscuola. Daremo la possibilità ai loro allievi di fare sopralluoghi nei nostri cantieri e creare anche cantieri prova presso i nostri appartamenti”.

La sua attività in Ater l’ha portata ad essere uno dei nomi che, ultimamente, si danno nella lista del Pdl alle prossime elezioni regionali, è possibile vederla tra i candidati?

"In chiave regionale il nome mio è circolato per eventuali candidature, ma non sono stato contattato da nessuno, vedremo. Comunque, fa piacere che il nome circoli, perché vuol dire che si ha stima della mia persona e del mio operato. In ogni caso io penso a concludere con la massima serietà il mandato in Ater, un’esperienza amministrativa importante e per la quale voglio ringraziare tantissimo il presidente Giancarlo Galan”.

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