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Venerdì, 26 Aprile 2024
Interviste

Giorgetti: "Pronostici? I voti si contano alla fine"

Colloquio con l'assessore ai Lavori pubblici che tenta la riconferma in Regione

Si fa sempre più vicina la sfida delle elezioni regionali. E Massimo Giorgetti tenta ancora la riconferma a palazzo Balbi, forte dell’esperienza accumulata in 15 anni di politica. E sempre e comunque dal lato centrodestra, di cui è uno dei “finiani” di ferro. Presente nell’ultima giunta Galan come assessore ai Lavori pubblici e allo Sport, Giorgetti, veronese di 50 anni con un diploma da perito agrario, si presenta preparato e deciso per le regionali del prossimo 28 e 29 marzo.

La campagna è iniziata da poco. Ma il suo assessorato sotto l’egida Galan è agli sgoccioli. Com’è andata?
Direi che è stato un impegno proficuo e positivo sotto molti aspetti. I vari settori sotto la mia coordinazione hanno avuto un impulso straordinario.

Esempi?
Sono ben trecento i milioni di euro chiesti a finanziamento per rilanciare il settore dell’edilizia, settanta dei quali solo a Verona. Su tutto il versante delle costruzioni abbiamo rinnovato. Importanti interventi alle scuole, con la restaurazione di quelle già esistenti e la fondazione di nuovi istituti e con tutto quello che ne consegue, sulla “messa in sicurezza” dei vari impianti e di ogni spazio studenti. Abbiamo inoltre cercato di risollevare il nostro patrimonio artistico e storico con molti interventi pubblici, un esempio particolare è la chiesa dei Santi Apostoli, in cui la Regione ha investito oltre 150mila euro anche per la creazione di un parcheggio pertinenziale. Poi anche il settore Ater ha visto una vigorosa spinta regionale. A Verona, ultimamente, abbiamo raggiunto accordi con l’Esu per garantire un alloggio agli studenti dell’università. Sotto il profilo della residenza pubblica la nostra politica è stata quella di evitare la costruzione “ex novo” e di puntare all’acquisizione di edifici già sul mercato. Il nostro vanto è quello di aver risposto alle esigenze delle piccole e medie imprese locali, e abbiamo stanziato 150 milioni di euro per la realizzazione di opere pubbliche di importo inferiore ai 500mila euro. I comuni accoglieranno così le richieste delle diverse aziende mantenendo però il vincolo di costruzione sul territorio. A Verona abbiamo già disposto una buona parte di questo fondo, e si aggira sui trenta milioni.

Questo per quanto riguarda i lavori pubblici. E lo sport veneto come è messo?
Abbiamo considerato lo sport come un vero e proprio servizio sociale, incentivando l’impiantistica, e la costituzione di nuove società sportive. A Verona, specialmente. Notizia recente è lo stanziamento di 65mila euro per il rifacimento del manto erboso del Bentegodi e in questo modo abbiamo aiutato le società di calcio, a cui spetterebbe la manutenzione ordinaria e straordinaria degli stadi. Siamo poi intervenuti sui campi sintetici di via Sogare e abbiamo risposto così alle esigenze di altre associazioni sportive. In via di “guarigione” anche l’emergenza piscine e stiamo trattando per avviare un intesa con la Fondazione Bentegodi per la concessione esclusiva di qualche stabile per la pallanuoto e l’agonismo. Un’opportunità da studiare, magari chiedendo alla Fondazione la permuta con la loro palestra. Senza contare poi la grandissima visibilità che abbiamo fornito alla città di Verona con le manifestazioni di respiro internazionale: dai Mondiali di baseball, alla Verona Marathon, fino ai campionati Mondiali di pallavolo del prossimo autunno.

Tornando a temi squisitamente politici, come va l’alleanza con la Lega? Qualche polemica?
Nessuna. E anche se ci fosse me ne importerebbe ben poco. La scelta di concedere la presidenza della Regione alla Lega è stata accolta attraverso un’intesa nazionale. E trovo che Zaia sia un eccellente candidato che farà bene. Sono ottimista. Anche perché abbiamo raggiunto un accordo attraverso un confronto politico interno al centrodestra.

Tempo fa sembrava in rotta di collisione con l’assessore padano Sandro Sandri sugli spostamenti di alcuni posti letto negli ospedali veronesi… Diaspora rientrata?
Con Sandri è tutto a posto. Dopo il nostro diverbio ha capito di aver sbagliato e ha fatto un passo indietro. Ribadisco che l’alleanza del centrodestra, tra Lega e Pdl è basata su reciproci confronti ed eventuali polemiche si placano ancor prima di raggiungere lo scontro. Noi contiamo sulla lealtà e sul buonsenso politico. E in qualsiasi dibattito politico la democrazia interna esercita un ruolo primario: se qualcosa non va bisogna avere il coraggio di confrontarsi e trovare, assieme, una soluzione.

Ha trovato qualche soluzione con Mariotti? Sembrava che ci fossero parecchi attriti tra voi due. E sembrava imminente una spaccatura nella maggioranza veronese, con la destra sociale da una parte e i “finiani” dall’altra. Com’è andata?
Ora noi siamo nel Pdl, casomai qualcuno non se ne fosse accorto. Detto questo ognuno si ricolloca come meglio crede ed è altrettanto evidente che chi sta nella corrente di Forza Italia non può appartenere ad Alleanza Nazionale. In sala consigliare abbiamo trovato un intesa che volgeva a consegnare cinque cariche alla corrente di Alleanza Nazionale, che fa capo a me, e uno ai membri della destra sociale, con Vittorio Di Dio assessore esterno. Se qualcuno desidera più spazio si faccia pagare da altri e non da Alleanza Nazionale.

E la polemica Mariotti?
Mariotti non mi ha mai votato. Tanto è vero che alle ultime elezioni io ho contato 15mila voti, lui è arrivato a 4mila. Alcune scelte non pagano e politici importanti che prima appoggiavano Mariotti, ora appoggiano me. Qualche nome? Mi viene in mente l’assessore al decentramento, Marco Padovani.

Se gli elettori non dovessero riconfermarla per la regione cosa farà? Si ritirerà dalla politica? Assolutamente si. Anche se penso che la riconferma sia d’obbligo per una persona che, come me, ha avuto l’opportunità di fare l’assessore per 15 anni. Sul piatto metto tutta la mia esperienza. Confido sull’intelligenza degli elettori più che sull’arroganza di qualche candidato.

Le roccaforti pidielline di Villafranca e Isola della Scala si ritroveranno unite nella sfida elettorale?
Certo che si.

Si può sbilanciare sul pronostico elettorale?
No e non mi interessa. Dico solo che i voti si contano alla fine delle elezioni. E spero vivamente che il Pdl abbia sempre un voto in più della Lega. Per il resto penso che una concorrenza tra i candidati forti sia d’aiuto per far meglio, a patto che si proietti questa volontà all’esterno del partito e non all’interno. Che si torni, in poche parole, a ripristinare il dialogo con le diverse categorie di lavoratori e con la gente comune.
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