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Venerdì, 19 Aprile 2024
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I pazienti si riconoscono col bracciale elettronico

Il sistema di identificazione, a Legnago, dovrebbe eliminare gli errrori

È iniziata col primo di marzo la sperimentazione di un nuovo sistema di identificazione del paziente nella Medicina dell’ospedale “Mater Salutis” dell’Ulss 21 di Legnago. Si tratta di un braccialetto di materiale plastico che contiene in una tasca trasparente l’etichetta con i dati del paziente ricoverato: nome e cognome, sesso, data di nascita, numero di accettazione e Unità Operativa di Degenza (Reparto). Al momento dell’ingresso nel reparto di degenza, al paziente viene chiesto di indossare al polso il braccialetto che toglierà al momento della dimissione.

“L’introduzione di questi braccialetti - spiega Mauro Bertassello, direttore della Dirigenza Medica Ospedaliera- è fra le buone pratiche riconosciute nella letteratura internazionale per evitare errori legati alla non corretta identificazione del paziente nei vari aspetti del percorso assistenziale come: la terapia farmacologica, la trasfusione, gli esami diagnostici, il corretto sito chirurgico e il trasferimento del paziente da un reparto all’altro”.

Alcune condizioni specifiche possono, infatti, aumentare le situazioni di rischio come: l’età anagrafica del paziente (neonati o grandi anziani), demenza o stato confusionale, possibili omonimie, paziente incosciente, sottoposto a sedazione o anestesia, paziente sconosciuto o senza documenti, straniero con difficoltà linguistiche.

“La corretta identificazione del paziente - continua Bertassello - rappresenta un problema anche a causa di alcune caratteristiche tipiche dell’attività ospedaliera come: il rapido turnover dei pazienti per la riduzione della durata della degenza, l’avvicendamento degli operatori sanitari, la multidisciplinarità degli interventi, i diversi ambiti di trattamento del paziente (Pronto Soccorso, reparto di degenza, sala operatoria, ambulatori ecc.), necessità di trasferimento o trasporto di utenti”.

“L’identificazione del paziente in ospedale da parte degli operatori sanitari – conclude Daniela Carraro, Direttore Generale dell’Azienda Ulss 21 di Legnago - garantisce un’assistenza più sicura e appropriata. L’identità del paziente andrà accertata ogni qualvolta le attività cliniche, terapeutiche o assistenziali richiedano un contatto diretto con lo stesso. La sperimentazione coinvolgerà nei prossimi mesi il Pronto Soccorso e successivamente tutte le altre Unità Operative dell’Azienda Ulss 21”.

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