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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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"Da qui all'eternit": a Legnago duemila anni di storia

Presentata dall'assessore Ambrosini la nuova mostra allestita al Centro Ambientale Archeologico

E' stata presentata oggi dall’assessore alla Cultura e Beni Ambientali Marco Ambrosini l’esposizione intitolata “Da qui all’eternità. L’uomo e la morte nel veronese in 2000 anni di storia”, che verrà allestita al Centro Ambientale Archeologico di Legnago dal 27 febbraio al 29 maggio 2011. La mostra, patrocinata dall’assessorato alla Cultura e Beni Ambientali della Provincia di Verona, è curata da Alessandro Canci, Luciano Salzani e Federico Bonfanti, ed è di fatto la prima esposizione organica delle testimonianze più significative di oltre 2000 anni di storia delle pratiche funebri portate alla luce dagli scavi archeologici nella pianura veronese.

“Questa esposizione - ha spiegato l'assessore Ambrosini - raccoglie preziosi ritrovamenti e testimonianze del nostro passato lontano in relazione a diverse forme di culto per la sepoltura dei defunti. Lo studio sui resti può dirci molto dell’epoca in cui hanno vissuto i nostri antenati, come ad esempio l’alimentazione, le attività lavorative e la durata media della vita. Quello della morte e dei suoi riti è sempre stato, dall’alba dei tempi, un tema che rispecchia le usanze e i costumi di una popolazione su un territorio da tenere in considerazione e approfondire, perché parte del bagaglio della nostra evoluzione culturale”. Alla presentazione hanno partecipato anche il presidente della Fondazione Fioroni Luciana Baratella, il direttore della Fondazione Fioroni e direttore della rete museale “Legnago Musei” Andrea Ferrarese, il Conservatore del Centro Ambientale Archeologico di Legnago Federico Bonfanti, il docente di Paleontologia Umana dell’Università degli Studi di Padova Alessandro Canci, il direttore del Museo Nazionale di Fratta Polesine Luciano Salzani.
 
Tra i ritrovamenti meglio conservati e più significativi si potrà osservare il corpo di un bambino dell’Età del Bronzo di 3-5 anni in posizione rannicchiata, conservato ancora nel suo pane di terra, rinvenuto nel sito di Valserà di Gazzo Veronese. Negli spazi riservati alle testimonianze paleovenete poi si potranno vedere due casi unici: da Colombara il ritrovamento del corpo di una donna sepolta in posizione bocconi accanto ad una zampa di cavallo che lascia presupporre una sepoltura accompagnata da qualche particolare rito e credenza, mentre da Lovara di Gazzo Veronese una sepoltura ad incinerazione di una bambina nel cui ossuario è stato rinvenuto, tra gli elementi di corredo, un uovo pressoché integro di cigno, uccello acquatico ritenuto forse un tramite tra sfera umana e sfera divina, nonché simbolo di rinascita legato a culti di tipo orfico.

Per informazioni è possibile contattare il Conservatore del Centro Ambientale Archeologico, dott. Federico Bonfanti, al numero 0442.601460 oppure via mail: federico.bonfanti@fondazione-fioroni.it.

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