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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Verona: meno sprecona d’acqua e con prezzi più bassi di tutto il Veneto

Uno studio dell'Osservatorio Prezzi & Tariffe di Cittadinanzattiva sui costi del servizio idrico, punta i riflettori sul sistema idrico nazionale e sulle tubature colabrodo del Bel Paese

Prezzi e inefficienze del sistema idrico italiano analizzati, regione per regione, città per città, da Cittadinanzattiva. Come sta messo il Veneto? Quanto costa consumare acqua per le famiglie? Quel che viene fuori è una regione appena un po’ sotto la media nazionale, ma Verona è la più virtuosa.

Una famiglia veneta spende in media per l’acqua 293 euro l’anno, quindi meno dei 310 euro del resto del Paese, ma le differenze tra provincia e provinciali sono: si va dai ‘soli’ 235 euro di Verona ai 412 di Rovigo, passando per i 248 di Venezia, 260 di Treviso, 272 di Belluno, 309 di Padova, 317 di Vicenza.
Verona è quindi sul podio per costi più bassi, anche se c’è da dire che nel 2007 si pagava di meno: 163 euro, ossia un 44,2% in meno.  Leggero incremento anche rispetto al 2011, quando le famiglie sborsavano 222 euro: registrando nel 2012 un incremento del 5,9%. 

La cittadina si posiziona bene anche per quel che riguarda la dispersione della rete idrica, infatti, mentre il Veneto è in linea con il livello medio nazionale, pari al 33% dell’acqua immessa nelle tubature, Verona è prima,  per minoredispersione che si attesta al 28%. Ma anche qui un paragone è obbligatorio: nel 2007 la rete faceva sprecare un  23% del totale di acqua nelle tubature.

L’indagine è stata realizzata in tutti i capoluoghi di provincia, relativamente all’anno 2012 e l’attenzione si è focalizzata sul servizio idrico integrato per uso domestico: acquedotto, canone di fognatura, canone di depurazione, quota fissa (o ex nolo contatori).

I dati diffusi dall’annuale indagine dell’Osservatorio di Cittadinanzattiva sono in netto contrasto con il problema della scarsità di acqua.  In Italia, come negli altri Paesi europei e nordamericani, la maggior parte dei cittadini (con le eccezioni del caso) ritiene l’approvvigionamento idrico un fatto semplice e scontato.

Eppure basti pensare che nel Bel Paese per gli usi domestici si consumano circa 220 litri d’acqua per abitante al giorno e il consumo complessivo è di circa 2800 litri al giorno pro capite. (Fonte: Zanichelli 2010) Più spreconi di noi sono solo gli Stati Uniti d’America. Ci sono poi il settore industriale, che utilizza circa il 25%, e l’agricoltura il 60% dell’acqua totale prelevata.

I dati del dossier sono riferiti a una famiglia tipo di tre persone, con un consumo annuo di 192 metri cubi di acqua, e sono comprensivi di Iva al 10%. Le famiglie italiane sostengono quindi in media una spesa di 310 euro ed è il centro la zona dove i rincari sono stati maggiori con un +47,1% rispetto al 2007, seguita dal nord +32,1% e il sud 23,8%. Sarà forse il caso in cui una maggiore consapevolezza del problema, nazionale prima, e globale poi potrebbe dar luogo a singoli comportamenti virtuosi che invoglino le amministrazioni a cercare e  mettere in atto soluzioni efficaci ed efficienti.

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