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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Verona, città che odia il verde: documenti storici per una pessima fama

In un suo componimento, il poeta veronese Pindemonte descrive la sua città come "del verde aspra e mortale nemica". E Giuseppe Biadego nel 1919 scrive: "Verona non ama il verde"

Di Verona e dei veronesi è stato detto e scritto tanto. Per scoprire i tratti peculiari di una città è necessario isolare ciò che ritorna con una certa ricorrenza e anche a distanza di molti anni. 

Si potrebbe quindi affermare che Verona non sia una città che ama gli spazi verdi. O forse che non li amava. Il capoluogo infatti attualmente è provvisto di parchi e aiuole. Per alcuni possono essere tanti e per altri possono essere pochi. Ciò nonostante, Verona si è costruita nei secoli la fama di essere una città disposta volentieri a sacrificare aree verdi per costruire edifici o altro.

Un primo documento che testimonia questa avversione tra Verona e il verde è una poesia di Ippolito Pindemonte, uno dei più importanti letterati veronesi. In uno dei suoi ultimi componimenti in versi, Pindemonte descrive la sua città come "del verde aspra e mortale nemica" e ancora, sempre riferito a Verona, "l'olmo, il tiglio, il pioppo a lei par vile".

Parole datate 1828, quelle di Pindemonte, e chi piange oggi per un albero secolare tagliato o per un'aiuola che sparisce non può che trovarsi d'accordo e dire che sono passati i secoli e Verona è sempre rimasta la stessa, almeno in questa sua avversione al verde urbano. E probabilmente così la pensava anche Giuseppe Biadego, uomo nato a Verona nel 1853. Dal 1883 è stato direttore della biblioteca comunale e dal 1896 anche segretario dell'Accademia veronese di agricoltura scienze e lettere. In un suo scritto del 1919 (quindi quasi un secolo dopo la poesia di Pindemonte) si legge "Verona non ama il verde. Questa è l'impressione che dall'aver visitato la nostra città riportano i forestieri". Sempre su quel documento si legge che molti alberi furono tagliati perché "davano noia alle case". 

Chi pensa che Verona non sia una città che odia il verde può pensare che si tratti di esagerazioni retoriche o letterarie. Oppure che queste lamentele si riferiscano ad una Verona del passato e che la Verona del presente sia una città amica del verde. Il dubbio però rimane.

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