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Uomini e donne illustri della città di Verona: l'architetto Ettore Fagiuoli

Il suo nome si sente spesso accostato alle scenografie del festival lirico dell'Arena di Verona, ma Ettore Fagiuoli è stato soprattutto architetto e incisore

Il suo nome si sente spesso accostato alle scenografie del festival lirico dell'Arena di Verona, ma Ettore Fagiuoli è stato soprattutto un architetto, oltre che scenografo e incisore.

Ettore Fagiuoli nasce (1884) e studia a Verona fino alla maturità. Proprio durante gli studi, alla fine dell'Ottocento, scopre la sua vocazione per l'architettura e si laurea al politecnico di Milano dopo aver studiato anche a Padova. Il padre è un ingegnere civile e i primi passi li muove accanto a lui prima di entrare in uno studio di architettura. Di pari passo con l'architettura, dopo il 1910 coltiva anche la passione per le incisioni e le acqueforti, riproducendo panorami e monumenti della sua città.

Il suo primo intervento pubblico a Verona è datato 1913, quando parte il progetto di restauro e completamento del campanile del duomo, realizzato solo in parte quasi quindici anni dopo. Sempre nel '13 comincia anche la sua carriera da scenografo. La sua prima scenografia è per l'Aida, allestita in Arena per il centenario della nascita di Verdi. Questa attività lo impegnò per quasi tutta la vita e nei primi anni in maniera più intensa.

Insieme ai lavori pubblici, a Fagiuoli vengono commissionati anche lavori per privati, non solo per quel che riguarda gli edifici ma anche per gli elementi di arredo. Fino alla prima guerra mondiale, dove Ettore Fagiuoli partecipa come architetto militare, meritandosi anche il titolo di cavaliere dell'Ordine della Corona.

Finito il primo conflitto mondiale Ettore Fagiuoli lavora alla ricostruzione del paese. Quindi è impegnato in tutta Italia, ma per Verona progetta nel 1919 il garage della Fiat in via Manin e negli anni successivi il riassetto delle aree del ghetto e del teatro filarmonico e la creazione del palazzo delle Poste.

Il figlio di Ettore Fagiuoli, Gianfranco, è stato un partigiano e per questo il padre è stato costretto a lasciare Verona durante la seconda guerra mondiale. Lo ospitò un amico a Genova e durante quegli anni intensificò la sua produzione di acqueforti.

Sopravvissuto anche al secondo conflitto mondiale, per Fagiuoli cominciò un altro periodo di ricostruzione anche a Verona, dove lavorò all'istituto Campostrini. Morì nel 1961, dopo aver riproposto la costruizione del liceo Maffei dove tanti anni prima aveva studiato.

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