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Redazione

Lo sport veronese perde i pezzi. Rifugiamoci nei sogni

Progetti strabilianti per il futuro. Ma del presente chi si preoccupa?

La cosa bella del futuro è che c'è sempre la possibilità che sia migliore del presente. Anche perché, per quanto riguarda lo sport veronese, peggio di così non si può. Meglio trovare rifugio nei sogni. In cui esiste già il megastadio dell'Hellas. Nuovo di zecca. Un gioiello architettonico, punto di riferimento della vita quotidiana delle nuove generazioni. Ci sono l'auditorium, i concerti, lo stadio del rugby e la piscina. Dove Federica Pellegrini alle otto di mattina sarà già pronta con ciabattine e cuffia ad ammazzarsi di vasche. Sì, perché intanto il gioiello del nuoto italiano avrà scoperto che Verona non è poi così male. Che qui si possono ancora vincere le medaglie olimpiche. E poi come resistere al richiamo del bollito con la Pearà.

Peccato che lo stadio non si farà mai, e la Pellegrini ha preferito andarsene dalla nostra città. In più l'Hellas, priva del suo stadio, annaspa in Lega Pro sperando che la Covisoc penalizzi le squadre rivali per poter andare ai playoff. Non è da meno la Scaligera Basket, in Legadue. Ne vince una ogni tanto. Ha venduto un giocatore azzoppato dal passare degli anni, Rombaldoni, per prendere un americano che rotto lo è per davvero: Anthony Grundy. L'ultimo bidone che i greci intendevano propinare alla nostra pallacanestro. Se i sogni son desideri, meglio andare a letto presto stasera.
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