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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Redazione

Inno e indennit sono dello stesso tricolore?

Lo strano caso dei leghisti che escono dal consiglio per non cantare i versi di Mameli

Forse abbiamo paralto troppo presto. Era solo ieri quando abbiamo raccontato di festeggiamenti senza problemi, di leghisti quasi rassegnati ai tricolori appesi sui lampioni, agli uffici pubblici chiusi e alle manifestazioni nelle piazze per il 150esimo dell’unità d’Italia.

Ci ha pensato il consiglio provinciale a smentirci in un attimo: quando nella Loggia di Fra Giocondo è stato suonato l’inno di Mameli, i consiglieri leghisti sono usciti dall’aula. Tutti, nessuno escluso. Solo il vicepresidente Fabio Venturi si è presentato, in ritardo (giustificato) ma senza coccarda tricolore. “Rispetto la loro scelta, ma io festeggio con grande entusiasmo”, si è limitato a commentare il presidente della Provincia Giovanni Miozzi.

“La mia è una presenza istituzionale non di partito”, ha detto Venturi, come per precisare che in quell’aula la Lega non c’era proprio. Ve bene. Ma allora i consiglieri provinciali che sono? E se adesso cadessimo un attimo nel qualunquismo più spiccio e ci chiedessimo come mai gli stessi consiglieri che escono per l’inno incassano regolarmente l’indennità, anche se è tricolore?
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