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Cronache dal passato di Verona: la triste morte di Carlotta Aschieri

Viene ricordata da una lapide presente nel punto in cui via Mazzini entra in piazza Bra, dove la Aschieri ha trovato la morte dieci giorni prima del passaggio di Verona al Regno d'Italia

Entrando in via Mazzini da piazza Bra c'è una lapide che recita così: "In questa casa Carlotta Aschieri venticinquenne e incinta cadde trucidata dagli austriaci, ultimo sfogo di moribonda tirannide. 6 ottobre 1866". Ultimo sfogo perché Verona è diventata parte del Regno d'Italia il 16 ottobre 1866, quindi dieci giorni dopo la morte di Carlotta Aschieri.

Come sempre, nella storia le date sono indicative. È vero che Verona diventa italiana il 16 ottobre 1866, ma non si tratta di un passaggio che si compie da un giorno all'altro e soprattutto non è indolore. Già dalla fine di agosto, sono in corso le trattative tra austriaci e francesi per la cessione del Veneto al Regno d'Italia. La pace tra italiani e austriaci arriva il 3 ottobre e a Verona si scontrano due diversi stati d'animo, da una parte la gioia della popolazione e dall'altra la rabbia degli austriaci costretti a sgomberare. In questa fase di transizione basta poco per scaldare gli animi, soprattutto degli uomini in divisa. Così che il 6 ottobre la Guardia Nazionale italiana si trova in via Nuova (così si chiamava allora via Mazzini) e chiede a tutti di esporre il tricolore. Circolano anche dei volantini che inneggiano all'Italia unita e al re. Nella via sono però presenti dei soldati austriaci che cominciano a stracciare i volantini e attaccano briga con i soldati italiani e con un gruppo di garibaldini. Ne nasce una baruffa in cui sono coinvolti anche uomini e donne civili, tra cui appunto Carlotta Aschieri e il marito. La donna era al settimo mese di gravidanza e fu trafitta da una baionetta austriaca. Una morte che sconvolse l'opinione pubblica dell'epoca, tanto da volerne tenere sempre viva la memoria.

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