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Si chiude il 2015: ecco in sintesi un anno di notizie per Verona e provincia

Sono stati 365 giorni ricchi di episodi, di sport, di spettacolo, di politica e non solo: noi della Redazione di VeronaSera abbiamo cercato di ricomporre il puzzle dell'anno appena trascorso

Con il 2016 in arrivo, il 2015 va in archivio e con esso tutti i fatti che lo hanno contraddistinto nel bene e nel male. 
La scomparsa della famiglia Magnani tra le acque del Rio Maranon, in Perù, ha aperto un anno di cronaca nera durante il quale sono stati registrati tre delitti che hanno scosso la mente dei veronesi: l'esecuzione di Martino e Pietro Mazza a Buttapietra da parte di Filippo Manzo; la tragedia di Colognola ai Colli, dove un 17enne ha ucciso la propria madre e ferito il padre prima di togliersi la vita; l'assassinio di Romano Perantoni a Pastrengo.
Un 2015 che ha visto espoldere l'emergenza furti, con i cittadini esasperati dalle razzie dei topi d'appartamento, e due grossi colpi tentati invece da alcuni professionisti: la rapina della gioielleria di via Mazzini, dove gli autori sono già stati assicurati alla giustizia, e il cosidetto furto del secolo, quello messo in atto nel museo di Castelvecchio.
Anche sul fronte della droga le notizie non sono state confortanti, con le forze dell'ordine impegnate a risolvere un problema e ad arginare il ritorno dello spettro dell'eroina
È sceso invece il numero delle vittime sulle strade veronesi: il numero di incidenti è lievemente inferiore rispetto a quelli del 2014 ma sono state comunque troppe le giovani vite spezzate sull'asfalto scaligero. 
Così distante, eppure così vicina a noi: gli attentati di matrice islamica avvenuti a Parigi hanno sconvolto tutto l'occidente, costringendo anche le autorità scaligere a prendere provvedimenti per non farsi trovare impreparate, mentre un veronese raccontava del suo personale incubo vissuto al teatro Bataclan
In questi 12 mesi economia e cronaca inoltre sono spesso andate di pari passo, vista la scomparsa del patron di Redoro e di Dante Ferroli, mentre la sua "creatura" cercava di risollevarsi dalla crisi che l'aveva colta. Lo scandalo Volkswagen poi ha fatto vacillare i dirigenti dello stabilimento veronese della fabbrica automobilista, mentre in estate un grosso incendio ha rischiato di compromettere la produzione di un'altra azienda storica del territorio: le Cartiere Fedrigoni
Ma nel capitolo cronaca dobbiamo anche ricordarci di inserire la lotta alla malavita organizzata, per gli inquirenti spesso collegata al traffico illecito di rifiuti; il bombaday all'Arsenale, con un buona parte dei residenti del centro costretti ad evacuare per consentire il disinnesco di un ordigno della seconda guerra mondiale; l'arresto del dottor Kegel; la lotta ai maltrattamenti di animali, che ha portato anche alla denuncia di un noto negozio. 

La politica locale invece è stata sconvolta da un vero e proprio terremoto che ancora oggi sta producendo i suoi effetti: l'esclusione di Flavio Tosi dalla Lega Nord, partito nel quale ha sempre militato e che lo ha accompagnato nella sua doppia rincorsa al posto di sindaco a Palazzo Barbieri, ha provocato diversi cambiamenti, anche per quanto riguarda le amministrazioni comunali della provincia. Un episodio che in parte ha condizionati le elezioni regionali del 1° giugno, vinte ancora da Luca Zaia, e l'iter per la realizzazione di alcune grandi opere come il traforo, la linea filobus e il cimitero verticale. Ha tenuto banco per buona parte dell'anno anche la questione profughi, con le varie fazioni politiche che spesso si sono scannate per l'arrivo di immigrati nella tenuta di Costagrande o a Prada (i due nuclei più consistenti), mentre a livello burocratico le istituzioni hanno provato a fermare l'esodo verso il nostro paese. Ma il primo cittadino ha dovuto difendersi anche dai servizi della trasmissione Report, che hanno nuovamente chiamato in causa Verona. 

In una stagione che ha visto l'Arena di Verona riempirsi non solo con la stagione lirica ma anche con grandi concerti, uno su tutti quello di David Gilmour, è esploso il caso della Fondazione, con i dipendenti che hanno deciso di occupare la sede per difendere il proprio contratto, mentre i vertici dirigenziali cercavano un modo per risanare un bilancio che, nonostante tutto, non gode di buona salute. 

Chiudiamo infine con lo sport. Per l'Hellas Verona è stato un 2015 agrodolce: la stagione conclusasi a giugno ha regalato alla società di via Belgio una salvezza tranquilla e il suo primo capocannoniere della storia, Luca Toni, ma quella iniziata a settembre rischia di diventare quella della retrocessione, con 0 vittorie ottenute e l'esonero dell'uomo che ha condotto la squadra dalla serie C fino alla massima serie, Andrea Mandorlini
Diversa invece la situazione per i "cugini" del Chievo, anch'essi salvi senza troppi affanni nello scorso campionato dopo un avvio complicato e ora stabili a metà classifica: unica nota negativa il doppio infortunio subito da Mattiello, che a marzo ha subito la frattura di tibia e perone, per avere una ricaduta nel mese di ottobre. 
Cambiando invece disciplina, la Calzedonia, sotto la guida di Andrea Giani continua il suo percorso di crescita: uscita ai quarti sia nei play off scudetto che in Coppa Italia nella scorsa stagione e quest'anno decisa a migliorare il proprio record. 
Discorso diverso per la Scaligera Basket, che dopo aver dominato il campionato di A2 è stata costretta ad arrendersi ad Agrigento, da strafavorita la promozione in A1, quest'anno ha dato il via alla ricostruzione sotto la guida di Crespi, mantenendo però il solito obiettivo: il ritorno nella pallacanestro che conta. 

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