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Coronavirus, Ronda della Carità: «Si muore anche di fame e freddo»

Il presidente dell'associazione veronese Antonio Aldrighetti: «Il Comune ci risponda. Non possiamo mettere i nostri volontari nelle condizioni di poter essere denunciati perché usciti di casa senza giustificato motivo»

La Ronda della Carità di Verona per la sesta notte probabilmente non potrà portare cibo e coperte a chi una casa non ce l'ha. Questo perché il decreto sul coronavirus lo impedisce? Non esattamente. Sul sito del Governo è indicato che «è comunque opportuno che tali attività vengano sottoposte a coordinamento da parte dei servizi sociali pubblici territoriali».

Sono cinque giorni che scriviamo, telefoniamo, chiediamo una risposta, anche perché non possiamo mettere i nostri volontari nelle condizioni che, se fermati, possano incorrere nei provvedimenti penali di questi giorni per chi esce di casa senza giustificato motivo - ha detto il presidente della Ronda della Carità di Verona Antonio Aldrighetti - Capiamo che siano giorni intensi per le istituzioni, ma se si è trovato il tempo per autorizzare gli spostamenti di altre forme di volontariato legittime (ad esempio, i volontari del canile), non comprendiamo perché le nostre continue richieste non abbiano risposta. Speriamo che questa risposta arrivi. Chiediamo alle attività di lasciare appesi dei sacchetti contenenti le eccedenze invendute, per far in modo che le persone senza dimora possano trovare un po' di sollievo. Lo chiediamo anche ai cittadini, magari lasciando anche una coperta, perché Verona sa dimostrare un grande cuore quando serve.

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