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Politica

Zero confronto, vige la violenza

Attentato al premier e violenza nei social network: un clima pessimo

Sono due gli aspetti dell'attentato al premier che mi sento di sottolineare. Tutti e due legati al comportamento del tanto sopravvalutato popolo del web, assurto a rappresentante della cosiddetta "società civile" al punto da veicolare una manifestazione di popolo (guarda un po') contraria a Silvio Berlusconi. Sono rimasto inorridito da come Tartaglia ha compiuto il gesto: se l'aggressore avesse avuto più spazio e un braccio poco più lungo, col suo oggetto avrebbe anche potuto uccidere il capo del governo. Eppure ho letto, tra i commenti di normali frequentatori di un social network, qualcuno ipotizzare una sorta di connivenza tra l'aggressore e l'aggredito. Se poi consideriamo che non è difficile scovare gruppi inneggianti all'eliminazione fisica del presidente, per i quali si invoca l'attenzione della magistratura mediante un atto censorio, il quadro è completo.

Come si può condividere la posizione di chi vede in questa platea il cuore pulsante dell'Italia che dissente contro la maggioranza, il suo capo, attualmente al governo? Quando invece il processo democratico ha dato un mandato ben più chiaro di quanto ha fatto, a suo tempo, per il predecessore? Il clima politico è pessimo, a livello nazionale come locale; si individua l'avversario come un nemico e si contempla la violenza verbale, ed adesso anche fisica, nel normale confronto di idee. Chi solletica queste corde ha delle responsabilità.

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