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Da Zardini a Zaia, il fronte super partes del "sì Tav" in Veneto: «Pronti a un referendum»

«Se il governo non è in grado di fare una scelta, - spiega il deputato Diego Zardini - allora sulla Tav bisognerà prevedere un referendum. Anche in Veneto». Zaia: «La difendiamo»

«Se il governo non è in grado di fare una scelta, allora sulla Tav bisognerà prevedere un referendum. Anche in Veneto». Lo afferma il deputato veronese del Partito democratico Diego Zardini, membro della commissione Attività produttive della Camera.

«Il corridoio europeo Lisbona Kiev non può essere fatto a pezzetti e dobbiamo sapere che se non lo completiamo noi, - spiega l'On. Diego Zardini - gli altri Paesi europei si accorderanno per farlo passare a monte delle Alpi, tagliandoci completamente fuori. Va fatto per intero per almeno tre ragioni: trasferire le merci dalla gomma alla rotaia e ridurre l’inquinamento della pianura padana; far diventare il Nord Italia la piattaforma logistica dell’Europa; rafforzare il trasporto pubblico per consentire a decine di migliaia di persone di preferire il treno all’auto privata».

A queste ragioni se ne aggiunge una «di buon senso», afferma Zardini: «L’opera è già decisa e finanziata. La perdita di tempo dell’attuale governo rischia di lasciarci le ferite ambientali dei cantieri aperti e non completati e qualche miliardo di debiti che dovremmo restituire». Infine, nota il deputato, «l’analisi costi benefici presentata dall’ordine degli Ingegneri del Piemonte sulla base delle linee guida europee conferma tutti i vantaggi, anche economici della nuova ferrovia tra Torino e Lione. Non escludiamo - conclude Zardini - la possibilità di organizzare un referendum anche nella nostra regione».

Da un tutt'altro fronte politico, quello della Lega, giunge a conclusioni similari anche il governatore della Regione Veneto Luca Zaia, il quale in merito alla costruzione della Tav non ha mai nascosto le sue preferenze: «Qui in Veneto non esiste nessun sentiment anti-Tav: la difendiamo - ha spiegato Zaia - non solo come aspetto di modernità, ma anche come visione di quegli itinerari europei da cui il Veneto non vuole essere tagliato fuori. 

«Spero - ha quindi concluso Zaia - che il Presidente del Consiglio prenda in mano con vigore il dossier e sblocchi la situazione: sarebbe molto sbagliato partire dal presupposto di non farla».

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