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Venerdì, 26 Aprile 2024
Politica

Zaia? Serio e determinato ma dipende da qualcuno

Galan all'Agricoltura ha fatto capire che il governatore deve stottostare a Roma

Quando il direttore di questa testata, la scorsa settimana, mi aveva richiesto un commento sull'elezione del nuovo presidente della Regione e sulla composizione della giunta ero rimasto perplesso, un tarlo mi rodeva. Non mi piace scrivere di politici che non conosco, che non ho incontrato: ogni giudizio è condizionato dall'immagine, mediata, che ci si fa di loro. Ma ho incontrato Luca Zaia in alcune occasioni per esigenze d'ufficio e, nella diversità di opinioni e sensibilità, mi ha dato l'impressione di una persona di buona volontà, certo molto attenta all'immagine, ma concreta e determinata.

Da ministro, il neo governatore ha dato sfoggio di caparbietà nella difesa degli interessi degli agricoltori italiani, magari peccando di estremismo sulla vicenda degli o.g.m. Molto scarsa è invece l'opinione che ho per il suo partito e per molti dei dirigenti che, in virtù dei successi elettorali, sono saliti all'onore della responsabilità amministrativa in città, in Provincia e, anche prima, in Regione. Un po' come mi appare la politica del nuovo millennio, dove sono ricercati parlamentari, consiglieri, burocrati per fare numero e sostenere le battaglie del capo, come bravi soldati, con gradi e responsabilità diversi, senza autonomia ne spontaneità; tutti fedeli alla linea del partito.

Ed ecco che alla fine il bubbone è scoppiato: la nomina di Giancarlo Galan a successore di Zaia al ministero ha scatenato la reazione leghista, con il diktat che tutti gli assessori regionali dell'agricoltura dovevano essere di quel partito. E Zaia che fa? Ubbidisce. Riconsegnando a Massimo Giorgetti le deleghe che aveva nella legislatura trascorsa e confermando Franco Manzato, persona degnissima, nel ruolo che ha ricoperto dai tempi della nomina di Zaia a ministro. Col che dimostrando che a Venezia c'è un governatore che ha sempre qualcuno a cui fare riferimento, confutando la promessa elettorale di novello paladino dei veneti. Meditate elettori, meditate.

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