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Veronafiere, Tosi: «Subito nuovo direttore generale e poi riassetto societario»

Il deputato veronese di Forza Italia guarda all'integrazione delle fiere di Milano e Parma ed invita a seguire l'esempio: «Si potrebbe iniziare un percorso con Vicenza, Bologna e Rimini»

Grandi manovre nel panorama fieristico nazionale. È ormai fatta per l'ingresso di Fiera Milano tra gli azionisti di Fiere di Parma. Una sinergia nel nome dell'agroalimentare, visto che nei padiglioni di Rho e in quelli emiliani si tengono due eventi fieristici come Tuttofood e Cibus. «E Verona, che fa?», chiede Flavio Tosi. Il deputato veronese di Forza Italia ha infatti invitato il sindaco Damiano Tommasi e il cda di Veronafiere a nominare quanto prima il direttore generale e a individuare nuove strategie su alleanze e integrazioni.

«C’è un tema sempre più dirimente ed è quello di individuare una strategia futura per Veronafiere, che da anni ne è sprovvista e rischia l’isolamento rispetto ad altri poli che via via si vanno rafforzando e sviluppando - dichiarato Tosi - Le fiere di Milano e Parma definiranno la fusione societaria, rivolta soprattutto all’asset dell’agroalimentare, da sempre centrale anche per noi. In questo contesto, se Verona rimane inerte s’indebolisce».
Da questa valutazione è nato l'invito al Comune di Verona, che è socio di riferimento di Veronafiere, a imprimere una svolta nella gestione dell'ente. «Alcuni soci privati di Veronfiere, in primis Fondazione Cariverona, da anni esortano Verona a essere aggregatrice - ha detto Tosi - Il tema delle alleanze è cruciale se si vuole restare competitivi in uno scenario sempre più internazionale. Oggi abbiamo ancora il peso di essere propulsivi di nuove integrazioni, ma con la precedente amministrazione si è rimasti colpevolmente fermi. Quindi Tommasi ora deve accelerare se non vogliamo perdere gli ultimi treni utili. Innanzitutto va nominato a stretto giro un direttore generale. È assurdo che oggi Veronafiere non ce l’abbia, è il dg che imposta politiche manageriali e strategie».

E riguardo alle possibili future alleanze, Tosi suggerisce: «Le alternative per Veronafiere sono sempre state due: costituire un polo proprio con Milano e Parma, oppure con Vicenza e il resto del sistema emiliano-romagnolo. La prima strada adesso chiaramente si fa impervia perché con Milano e Parma che si uniscono, Verona arriverebbe come terza e si confronterebbe in posizione di debolezza. Dunque si potrebbe iniziare un percorso con Vicenza, Bologna e Rimini. Quel che conta è muoversi per non essere tagliati fuori da tutto».

Infine, secondo Tosi, occorrebbe innovare e modificare l’assetto di Veronafiere: «Non può più essere la mano pubblica ad averne la maggioranza e il controllo: è obsoleto, alla luce del dinamismo del mercato, pensare alla fiera ancora come ente pubblico. Questo non significa svendere e nemmeno privatizzare, ma rinegoziare le quote all’interno dell’attuale compagine. Solo così si può trasformare l’ente fieristico in un’azienda più snella, dinamica e competitiva».

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