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I democratici all'attacco a Palazzo Barbieri: "Il sistema Tosi è ormai al capolinea"

La querela fatta dal primo cittadino scaligero nei confronti del giornalista di Report Sigfrido Ranucci, ha dato il via ad un nuovo caso in Comune, con il Pd veronese che commenta: "Dal 2007 sono 69 le proposizioni di querela avviate di cui solamente una si è conclusa con una condanna"

La situazione a Palazzo Barbieri sembra sempre più tesa. Dopo gli scandali Agec e Giacino, che hanno portato a diversi arresti tra cui quello del vicesindaco e della moglie, ora è l'azione legale intrapresa dal sindaco Tosi nei confronti del giornalista di Report Sigfrido Ranucci a far discutere. In particolare l'opposizione, per voce di Michele Bertucco capogruppo Pd in Consiglio comunale, parte all'attaco: 

"Il sistema Tosi è ormai al capolinea, ed è chiaro che la querela preventiva a Report serve soltanto ad un disperato tentativo del Sindaco di dire ai veronesi che tutto ciò gli verrà detto o mostrato su di lui e la sua amministrazione sarà soltanto fango. Ma non è di scandali o di foto raccapriccianti che i veronesi vanno in cerca, ma di buona amministrazione, ma quella che abbiamo visto negli ultimi sette anni non lo è stata. Anche la querela in bocca al Sindaco è ormai un'arma spuntata: come oggi ricorda il sito dell'associazione per la stampa libera Articolo 21, che a sua volta riprende un articolo del giornale on-line Verona In, dall'inizio del suo primo mandato nel 2007 Tosi ha fatto approvare dalla Giunta comunale ben 69 proposizioni di querela di cui soltanto una si è conclusa con una condanna; un'altra si è conclusa con un'assoluzione; 22 sono state archiviate prima di arrivare a processo; in 11 casi i querelati hanno preferito rettificare; altri 34 procedimenti sono ancora lì ad ingolfare il sistema della giustizia e ad appesantire ulteriormente il conto per le casse Comunali. Secondo gli ultimi dati disponibili, infatti, questa sproporzionata mole di querele, che ha colpito un po' tutti, dalla maggiore astrofisica italiana Margherita Hack al semplice cittadino che scrive ai quotidiani locali, è costata 29 mila euro solo per consulenze legali esterne, senza contare il lavoro svolto dall'Avvocatura civica. Quello che più stupisce in quest'ultima vicenda è che il Sindaco si affanna a screditare dei giornalisti ma non spreca una sola parola per fugare il sospetto del malaffare all'interno della sua amministrazione o il pericolo di infiltrazioni criminali nel sistema degli appalti pubblici veronesi, malgrado il rischio di infiltrazioni sia ormai conclamato. Lo dicono i fatti di cronaca, lo ha detto il Pd che su questo ha presentato più esposti, lo dicono i magistrati nelle loro uscite pubbliche. Nel più perfetto stile della commedia italiana di serie B Tosi anche questa volta cerca di buttarla in caciara. Continua a querelare i giornalisti ben sapendo che non tutto il materiale che viene raccolto è destinato alla pubblicazione. Non risponde nel merito delle questioni ai consiglieri comunali, fugge quando il Consiglio comunale gli chiede di rendere conto dell'operato del suo ex vicesindaco o dei tormenti dell'assessore Giorlo; non si preoccupa di costituirsi parte civile nel processo Agec (come d'altronde non si è costituto nel processo Soardi-Atv). Continua imperterrito a raccontarci del libro dei sogni che vorrebbe per Verona ma di cui non è stata scritta nemmeno una pagina".

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