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Verona, macigno di Tosi su Bossi: "Offende solo". Si discute la sfiducia

Il Senatùr con Calderoli a Monviso: "Le donne ti sono sempre piaciute, non dirmi che sei anche tu come Tosi...". La replica del sindaco: "Esternazioni fuori dal tempo. Mi detesta perchè sono libero"

"Da quando Maroni è segretario, prevale un orientamento più rispettoso. Sui diritti civili e sui temi eticamente sensibili non c'è più un muro. Si prendano i referendum dei radicali: noi abbiamo lasciato libertà di coscienza su quello che riguarda il divorzio breve. Cose impensabili, fino a poco tempo fa". Lo afferma a Repubblica il sindaco di Verona, Flavio Tosi, secondo cui le esternazioni di Umberto Bossi sono "cose fuori dal tempo".

"Non penso proprio che facciano più presa sull'elettorato della Lega - spiega -. Caso mai danno fastidio, e a molti. E questa per Bossi è un aggravante. Chi ha responsabilità ai vertici di una forza politica, non esce sui media con battute che, prima del sottoscritto, danneggiano il proprio partito". "Molte sue uscite dopo il congresso dell'anno scorso - aggiunge -hanno creato più dissensi che consenso. Questo è un fatto incontrovertibile". Infine, sulle insinuazioni del Senatùr sui sui gusti sessuali di Tosi, il sindaco replica: "Ho rispetto di una persona malata, forse mi detesta perché sono un uomo libero".

SIPARIETTO - A far scoppiare l'ennesima lotta intestina tra il segretario veneto del Carroccio e il presidente Bossi era stato l'ennesimo siparietto durante l'incontro con il popolo padano al Monviso, la montagna "sacra" dei seguaci di Alberto da Giussano. A proposito della querelle sul voto palese o segreto in merito alla vicenda Berlusconi, Calderoli aveva assicurato: "Non abbiamo paura di far vedere quel che votiamo". Anche se, per Bossi, il Cavaliere "è già stato messo al muro".

BOSSI, CON TOSI E' GUERRA: "O CON NOI, O VAFF...."

"Berlusconi mi è simpatico - aveva ammesso l'ex ministro Roberto Calderoli sul palco - per me ha solo una colpa: l'aver usato le sue tv per omologarci tutti. Basta guardare come le adolescenti vanno oggi in giro vestite, o meglio poco vestite...". La battuta aveva "armato" Bossi: "Le donne ti sono sempre piaciute, non dirmi che sei anche tu come Tosi...", dice avvicinandosi al microfono dell'ex ministro. Gianna Gancia, presidente della Provincia di Cuneo e compagna di Calderoli, richiama il presidente della Lega Nord strattonandogli il braccio. E lo stesso Calderoli prova a sdrammatizzare: "Umberto espulso", dice, ma in cambio si prende una delle proverbiali pernacchie di Bossi.

LA MOZIONE DI SFIDUCIA - Non c'erano tuttavia andati molto distante, scherzandoci su. Una mozione di sfiducia a Bossi, per eliminare dallo statuto la presidenza federale come "carica a vita" attribuita al Senatur, sarà votata lunedì sera 16 settembre all'assemblea della Liga Veneta-Lega Nord, a Vicenza. Al documento, firmato dal segretario di Feltre, Sandro D'Incau, hanno lavorato alcuni degli uomini vicini al segretario Tosi. La mozione sottolinea "l'eccessivo potere del presidente federale" laddove questo rappresenta "l'organo di ultimo e insindacabile appello..." dei provvedimenti disciplinari. I proponenti del documento rilevano poi che "in ogni caso il fatto di avere 20 anni o più di militanza non deve essere considerato un salvacondotto". Più in generale, se ne deduce,  afferma la mozione, "che tale carica tutela di fatto, a prescindere dai fatti e dalle decisioni dei direttivi e degli organi interni al movimento, e superando le decisioni degli stessi organi elettivi, tutte quelle persone che per motivi affettivi o di simpatie o altro sono vicine ad Umberto Bossi".

"Questa carica non ha più ragion d'essere - ha spiegato al quotidiano L'Arena il segretario provinciale di Verona, Paolo Paternoster, uno degli uomini più vicini a Tosi -. E' giusto che la presidenza - vada di pari passo con la segreteria federale e che quando si cambia il segretario si proceda alla nomina del nuovo presidente".

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