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Variante 23, giungla di emendamenti in consiglio. PD: "È tutta da rifare"

Per Michele Bertucco l'amministrazione non è aperta al confronto. E gli altri consiglieri PD aggiungono: "Manca un'idea di città"

Cinque ore di dibattito, dalle 20 del 14 dicembre all'1 del 15 dicembre, e 1260 emendamenti sommando quelli di maggioranza e opposizione. Sulla variante 23 al Piano degli Interventi è guerra di logoramento in consiglio comunale. "I consiglieri di opposizione hanno dato ampia dimostrazione di impegno e dedizione nell'approfondire una materia tanto ostica e complicata come l’urbanistica - ha dichiarato Michele Bertucco - Ma la replica dell’assessore è stata una predichetta di 30 secondi sul suo personale concetto di emendamento propositivo. Non è stata rinvenuta traccia della tanto sbandierata apertura al dialogo dell’amministrazione". 

Bertucco lamenta le mancate risposte concrete alle osservazioni delle circoscrizioni, che in 6 su 8 hanno bocciato il provvedimento. "È emersa soltanto la fretta di chiudere una pratica che evidentemente risponde soltanto ad interessi elettorali. Lo stesso sindaco è entrato in aula soltanto per presenziare alla chiamata del numero legale mantenuto grazie alla muta solidarietà del duo Castelletti e Brunelli che in 5 ore hanno aperto bocca soltanto per dire presente".

"La variante 23 è da rifare", aggiungono i consiglieri comunali PD Luigi Ugoli, Stefano Vallani ed Eugenio Bertolotti. "Il modo di procedere dell'amministrazione è curioso - spiegano - Ha prima effettuato il monitoraggio del Piano degli Interventi dal quale è emerso un peggioramento della situazione sotto l’aspetto della viabilità. La giunta ha recepito queste criticità, riconoscendole, ma non ha preso nessuna contromisura. Oltre al danno, la beffa: Piano degli Interventi e variante fanno costante riferimento al Piano urbano della mobilità, di cui però il Comune di Verona non è dotato".

"Quello che emerge chiaramente è la mancanza di una idea di città. Una corretta pianificazione risponde alle reali necessità della comunità, non permette ulteriore edificato laddove esistono già immobili vuoti ed inutilizzati. Il caso della settima circoscrizione, con centinaia di immobili vuoti o lasciati a metà, in questo senso è emblematico".

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