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Presentata la Variante 23 modificata. PD: «Brutta copia dell'originale»

Il documento è stato ereditato dalla precedente amministrazione e le modifiche puntano ad una diminuzione delle nuove aree commerciali e residenziali. Ma dall'opposizione è subito battaglia

Mercoledì scorso, 10 luglio, si è aperta nel consiglio comunale di Verona la discussione sulla Variante 23, una discussione che si preannuncia lunga.
L'assessore all'urbanistica Ilaria Segala ha mostrato le modifiche al documento. Cambiamenti dettati dalla volontà di diminuire le dimensioni commerciali e residenziali e di offrire maggiori tutele agli spazi pubblici della città, a cominciare dall'ex Arsenale, della zona collinare e della aree a forestazione.

Abbiamo messo mano ad un documento urbanistico predisposto dalla precedente amministrazione - ha ricordato Segala - che prevedeva interventi di forte impatto, con uno sviluppo urbano eccessivamente mirato alla realizzazione di grandi strutture commerciali e residenziali in aree già fortemente edificate. Per questo abbiamo scelto di rivedere lo sviluppo urbanistico, partendo da una visione complessiva della crescita della città, con una particolare attenzione alla salvaguardia ambientale e alla tutela di aree cittadine come Verona Sud e la Zai.
Rispetto alla prima versione già adottata nel 2017, su cui erano pervenute 171 osservazioni, per la nuova Variante 23 ne sono state presentate 405. Un dato significativo, che evidenzia il maggior coinvolgimento della cittadinanza, più informata sull'importanza del processo urbanistico e sulla necessità di un'effettiva partecipazione al cambiamento.

Ecco i punti più significatici della nuova variante 23, secondo l'amministrazione comunale sono:

  • Limitazione e delocalizzazione delle strutture commerciali, sia grandi che medie: rispetto alla prima versione, sono state eliminate sei grandi strutture, tra cui quelle previste alla Cercola, alla Bassona e alla Spianà. Tre le grandi strutture a cui è stata notevolmente ridotta la superficie commerciale: Rossetto (da 11.300 a 8.200 mq), Ex Tiberghien passa da 15.305 a 6000 mq, Ex tabacchi da 18.406 a 7000 mq.
  • Diminuzione del 16,86% del perimetro del centro urbano, in cui è possibile autorizzare la costruzione di nuovi centri commerciali, in attuazione alla normativa regionale di pianificazione delle aree destinate a strutture di vendita. Escluso da nuove costruzioni commerciali anche il centro urbano di Cadidavid, e parte della Bassona.
  • Riduzione del 18% della superficie agricola da utilizzare per nuove edificazioni: la stima del consumo di Sau passa da 784.405 mq della vecchia variante a 645.245 della nuova versione, che preserva una notevole percentuale di territorio. Per le nuove costruzioni, inoltre, è stato reinserito il vincolo di utilizzo del contributo di sostenibilità per opere pubbliche al 100%, anziché al 50%. Prevista l’approvazione del consiglio comunale dei progetti di servizi pubblici realizzati dai privati e destinati ad essere convenzionati, per una valutazione dell’interesse pubblico e non solo della conformità tecnica.
  • Riduzione della nuova edificazione. Tra le schede ridotte e le schede cassate, la nuova edificazione è inferiore alla precedente variante 23, con una riduzione di 15.697 mq di edificato previsto. Un’inversione di tendenza nel senso che è la prima variante che riduce la nuova edificazione.
  • Schede Norma eliminate: Palazzina, Ca dell’Orto, Cercola, Santa Maria in Stelle, Ex tiro al volo, Spianà golf, San Rocchetto, Tigli, Quinto.
  • Verifica della legittimità degli edifici oggetto di recupero localizzato negli ambiti a parco agricolo, e successiva eliminazione di quelli che risultavano affetti da abuso. Delle 94 istanze presentate, 31 quelle approvate dalla precedente amministrazione. Di queste, dopo i controlli sull'abusivismo, solo 11 risultano legittime.

Subito dopo la presentazione della Variante 23, il Partito Democratico è andato subito all'attacco e ha definito il documento modificato dall'amministrazione Sboarina una «brutta copia dell'originale».

Vengono tagliate le aree commerciali, ma solo per compensarle in gran parte e nei punti meno opportuni della città, come la terza e la quinta circoscrizione, con nuovo residenziale, direzionale, alberghiero, turistico-ricettivo senza alcun rapporto con i bisogni dei quartieri, che sono stati completamente esclusi dal confronto, e senza alcuna visione di quella che dovrebbe essere la Verona del futuro - scrivono i consiglieri comunali PD Federico Benini, Elisa La Paglia e Stefano Vallani - Questa Variante è un'altra occasione persa perché aggrava gli errori di impostazione del Pat di Tosi e Giacino, che eliminò dal precedente Pat di Zanotto e Uboldi i concetti di città compatta, policentrica e verde in cui far crescere quartieri vivibili, ben serviti e fruibili a piedi o in bicicletta, e aprì le porte ad un paesaggio urbano indistinto e confuso con quartieri dormitorio male serviti e sommariamente collegati sul modello delle grandi metropoli.
Denunciamo la pochezza e la pigrizia di una amministrazione che dopo tante promesse di rigenerazione urbana tratta l'urbanistica della città con i metodi spicci di un'agenzia immobiliare e non con l'attenzione e la cura che si richiede ad un amministratore pubblico. Lo dimostra anche la miseria delle opere compensative che riesce ad ottenere dagli accordi pubblico-privati.

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