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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Ulss20, ospedali di Comunità: Tosi invia una lettera di diffida a Zaia e Coletto

Il sindaco di Verona ha inviato una missiva al al Presidente della Regione del Veneto e all'assessore alla Sanità, sul tema dell'attivazione di posti letto nel territorio da dedicare alle persone bisognose, soprattutto anziane

Il Sindaco di Verona, Flavio Tosi, ha scritto una lettera al Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia e all'assessore alla Sanità, Luca Coletto nella quale li diffida a “voler disporre la pronta adozione dei necessari provvedimenti finalizzati all’attivazione dei posti letto negli Ospedali di Comunità del territorio veronese, consentendo, in tal modo, di assecondare le aspettative ed i bisogni delle persone, soprattutto anziane, bisognose dei servizi sanitari di prossimità e, nel contempo, di perseguire efficacemente il concreto raggiungimento di notevoli risparmi nella spesa pubblica”.
“Sono passati più di 2 mesi – sottolinea Tosi – da quando denunciai che per gli ospedali di comunità all'interno dell'Ulss 20 di Verona le strutture erano già pronte ma rimanevano bloccate dalla mancata firma del dirigente competente: meno servizi alle persone malate, montagne di soldi pubblici gettati al vento in quanto da mesi tutti gli ulteriori 100 posti letto allestiti erano pronti, ma non potevano venire utilizzati per un motivo burocratico francamente incomprensibile quanto ingiustificabile. Finora però l'unica iniziativa della Regione è stata una smentita dei ritardi da parte dell'assessore regionale alla Sanità che annunciava l'imminente apertura degli ospedali di comunità nell'Ulss 20. Una smentita solo mediatica, dato che oggi, dopo quasi 2 mesi e mezzo, siamo al punto di prima: gli ospedali di comunità già pronti con i loro 100 posti letto sono ancora chiusi, con la conseguenza che i malati - in questo caso soprattutto quelli più anziani - sono ancora privati di un servizio di prossimità più vicino al proprio domicilio e psicologicamente meno “stressante” dell’ospedale vero e proprio”.
Il ritardo della Regione è ingiustificabile – conclude Tosi – e gravi le conseguenze: oltre al sovraffollamento dei nosocomi, si generano enormi sprechi di denaro dato che un posto letto in medicina interna costa giornalmente al sistema sanitario 250 euro in più rispetto all’ospedale di comunità (400 euro circa il primo, 135 il secondo): uno spreco che costa ai cittadini veneti più o meno 25 mila euro al giorno, 750 mila euro al mese.

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