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Anche Flavio Tosi contro Fontana: «Aprire ai diritti dei gay significa rafforzare la famiglia»

«Mi piacerebbe che le critiche al governo appena nato fossero politiche e non legate ai gusti sessuali dei ministri», ha detto Tosi che sulla protesta di piazza della Lega aggiunge: «Salvini protesta contro se stesso, dato che il governo giallorosso è opera della sua follia politica»

Davvero non ha riscosso molto successo l'intervista rilasciata dall'ex ministro della Famiglia ed ex vicesindaco di Verona Lorenzo Fontana al giornalista Klaus Davi, se non altro proprio tra i politici scaligeri locali. Dopo l'attacco ricevuto da parte del capogruppo Pd in Consiglio comunale Federico Benini nelle scorse ore, oggi sono arrivate le critiche anche dal consigliere Flavio Tosi. Al centro della polemica vi è in particolare l'affermazione che Lorenzo Fontana ha fatto rispondendo a una domanda rivoltagli dal giornalista Klaus Davi circa il peso delle cosiddette "lobby gay" nella formazione del nuovo governo: «Penso che siano rappresentati anche all’interno di questo governo. - aveva risposto Fontana in relazioni ai nuovi componenti del governo M5S-Pd-Leu - Non conosco le storie di ognuno, ma presumo ce ne siano diversi».

Durissimo è stato in proposito il commento dell'ex sindaco di Verona Flavio Tosi: «Mi piacerebbe che le critiche al governo appena nato fossero politiche (e lo spazio c'è ed è ampio) e non legate ai gusti sessuali dei ministri. Credo che sarebbe più intelligente, più giusto e pure più efficace - ha poi aggiunto Tosi - Anche perché non ho ricordi nella storia del mondo occidentale di un'affermazione del genere detta da un ex esponente del governo». A onor del vero va detto, come già peraltro evidenziato, che l'ex ministro Fontana nella sua lunga intervista a Davi aveva formulato risposte decisamente molto più politically correct di quanto non sia poi passato nelle varie trascrizioni sui quotidiani, ad esempio quando, rispondendo alla precisa domanda dell'intervistatore circa l'opportunità o meno dei minsitri di dichiarare la propria eventuale omosessualità, aveva replicato: «Non penso ci debba essere alcun problema a farlo, dal mio punto di vista conta poco, conta di più la bravura del politico, la sua capacità di gestire un ministero» (ascolta qui l'intervista completa).

Ad ogni modo, l'ex sindaco di Verona Flavio Tosi ha ribadito che oggi, a suo avviso, «la stragrande maggioranza degli elettori di centrodestra non è omofoba ed è stanca di essere rappresentata da chi ha una visione oscurantista della società». Secondo Tosi, infatti, l'idea di poter «aprire ai diritti civili dei gay» non sarebbe affatto in contrasto con il rispetto dei diritti delle famiglie composte da un uomo e una donna: «Non significa indebolire la famiglia, - afferma recisamente Tosi - anzi significa rafforzarla. Una cosa non esclude l'altra, semmai politiche per la famiglia e aperture civili viaggiano insieme».

A tal riguardo, Flavio Tosi ha quindi ricordato di come «da sindaco di Verona ho ratificato le unioni civili nella mia città prima ancora della legge Cirinnà e nello stesso tempo ho sempre lavorato per le famiglie tradizionali. L'oscurantismo ci isola dal mondo, - ha quindi aggiunto Tosi - lo stesso vale quando si attacca a testa bassa e a casaccio l'Europa, o si predica uno sterile sovranismo che nell'epoca globale indebolisce la sovranità». E proprio in relazione ai cosiddetti "sovranisti" nostrani, da Giorgia Meloni a Matteo Salvini, l'ex sindaco scaligero ha chiosato, non senza una certa dose di ironia, commentando così la manifestazione di piazza della Lega e di FdI svoltasi ieri a Roma per contestare la nascita del nuovo governo: «Non so se sia un disturbo della personalità politica, - ha affermato Tosi - ma Salvini in piazza sta protestando contro se stesso, dato che il governo giallorosso è opera della sua follia politica. E la Meloni di conseguenza sta protestando contro Salvini».

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