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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica San Zeno / Piazza San Zeno

Ristoranti e musei al centro delle restrizioni, Tosi: «Conte ci spieghi perché li massacra»

Così il consigliere comunale veronese: «È stato dimostrato che l'1% circa dei contagi è avvenuto nei bar e ristoranti, dunque il 99% in altri contesti. Conte dovrebbe spiegare il perché di questo accanimento sulla filiera di bar, ristoranti, alberghi ed il filone della cultura»

Siamo ormai alla vigilia di quello che sarà probabilmente il giorno della presentazione del nuovo Dpcm, in vigore poi dal 16 gennaio, ammesso e non concesso che prima non inizi la più epocale ed inopportuna delle crisi di governo. Mentre circolano indiscrezioni circa il fatto che nel nuovo provvedimento potrebbe essere imposta un'ulteriore restrizione per attività come bar e ristoranti, con l'introduzione dello stop al servizio d'asporto già alle ore 18 invece che alle 22, torna a tenere banco a Verona proprio il tema della crisi economica delle attività produttive di tale settore. Ma non solo, perché il consigliere comunale Flavio Tosi, affiancato dalla consigliera e moglie Patrizia Bisinella, in un recente breve video-messaggio hanno affrontato anche il tema della contrazione economica della filiera del "turismo", connessa ovviamente alle limitazioni imposte ai musei, alle attività culturali ed agli eventi. La domanda in fondo è molto semplice: se non vi sono prove scientifiche che nei ristoranti, al pari di musei, teatri e cinema, si siano mai verificati focolai numerosi, per qual motivo queste attività sono sempre tra le prime ad essere sospese dai Dpcm o comunque a ricevere pesanti restrizioni?

Una risposta che fu data un paio di mesi fa direttamente dal ministro della Cultura Dario Franceschini fu che tali attività implicano una ingente «mobilità delle persone» e per questo vanno limitate. Sarà anche vero, ma non si capisce comunque dove sia il problema, dato che al cinema o al museo, così come al ristorante, solitamente una persona ci si reca con il proprio mezzo privato e, dunque, in fase di spostamento il rischio di contagio è di fatto assente. Se poi in entrata ed in uscita dai luoghi della cultura, così come nei locali, vengono fatti rispettare rigorosamente i protocolli, davvero non si comprende per qual motivo questi settori siano ancora così pesantemente oggetto di restrizioni. A rigor di logica, se si vuol ragionare in termini di mobilità, dato che l'ambito in cui più si sono sviluppati i contagi è quello familiare, il governo avrebbe forse fatto meglio a vietare gli spostamenti verso le abitazioni private: paradossalmente, un pranzo di famiglia è più sicuro se fatto al ristorante, dove si applica un protocollo, che non ospitando parenti e amici a casa propria, dove invece la soglia di attenzione di ciascuno, inevitabilmente, si abbassa e quindi diminuiscono anche le precauzioni. 

Il video-messaggio del consigliere comunale Flavio Tosi

Flavio Tosi, rivolgendosi al governo Conte, afferma polemicamente da piazza San Zeno: «Siamo qui per la dimostrazione plastica di questo provvedimento demenziale di chiusura solo di bar e ristoranti, con le fasce che passano da arancione a giallo, poi rosso, ogni giorno un colore diverso. Se il problema è sanitario, - spiega Flavio Tosi - non può essere questa la gestione, anche a livello di programmazione perché gli esercenti non possono sapere oggi quello che dovranno fare domani, sia in termini di approvvigionamenti che di gestione dei dipendenti. È poi stato dimostrato che l'1% circa dei contagi è avvenuto nei bar e ristoranti, dunque il 99% in altri contesti. Non si capisce, e Conte dovrebbe spiegarlo, il perché di questo accanimento su un'unica filiera che è quella di bar, ristoranti, alberghi, tutto il filone della cultura, degli eventi e del turismo. Conte ci spieghi perché ha deciso di massacrare queste categorie».

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