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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Tremano le tre torri previste all'Ex Cardi per una fidejussione sospetta

Il documento depositato come garanzia risulterebbe contraffatta e l'azienda che si dovrebbe occupare della costruzione non naviga in buone acque. Bertucco e il PD chiedono all'amministrazione di intervenire

Tre torri da diciotto piani, riempite con trecento appartamenti e circa centocinquanta negozi e uffici, il tutto in un'area di circa venticinquemila metri quadrati, quella delle ex Officine Cardi, al Chievo. Un progetto urbanistico dell'amministrazione Tosi, indigesto per l'attuale esecutivo della città, il quale però ha alzato bandiera bianca affermando che: «Il progetto non si può fermare».
Di tutt'altra idea il consigliere comunale di minoranza Michele Bertucco, di Verona e Sinistra in Comune, il quale ha prima dichiarato che il progetto all'ex Cardi si poteva fermare e poi lo ha dimostrato con i fatti, presentando una serie di irregolarità che riguardano le nuove costruzioni previste. Alcune di queste irregolarità sarebbero la mancata indicazione dell'altezza delle torri e il mancato versamento del contributo di sostenibilità che l'azienda incaricata dei lavori, la Immobiliare Berardi, deve al Comune. Ma gli aspetti più gravi, secondo Bertucco, sarebbero l'eccessivo indebitamento della società che deve costruire le torri e una fidejussione depositata come garanzia che risulterebbe contraffatta.

Alla luce di quanto mostrato da Bertucco, l'amministrazione comunale è corsa a svolgere le necessarie verifiche, anche se pare che nella migliore delle ipotesi i lavori potrebbero essere temporaneamente sospesi, ma non bloccati del tutto.

Intanto, il Partito Democratico ha colto l'assist di Michele Bertucco e con un'interrogazione del consigliere comunale Federico Benini e del gruppo PD in terza circoscrizione chiede «all'amministrazione comunale di valutare la situazione della Immobiliare Berardi. L’impresa risulterebbe non in regola con i pagamenti del contributo di sostenibilità che ammonta ad un totale di circa 1,8 milioni di euro. E da informazioni acquisite presso l'Istituto di vigilanza sulle assicurazioni, risultano inoltre forti perplessità sulla validità della cauzione presentata a suggello dell'accordo di pianificazione. La cauzione è intestata alla società lussemburghese Colonnade Insurance, la quale già nel giugno 2016 aveva avvisato Ivass che stavano circolando a proprio nome polizze fidejussorie contraffatte. Inoltre, nel novembre dello stesso anno, Colonnade Insurance, sempre attraverso comunicazione ufficiale dell'Ivass, aveva tenuto a precisare "di non aver mai emesso in Italia polizze nel ramo cauzione"».

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