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Tommasi replica a Massignan: «Illazioni offensive e risentimento personale»

Scambio di messaggi al veleno tra il sindaco ed il rappresentante dell'osservatorio Veronapolis. «Ti avrei dovuto scegliere come assessore all'urbanistica?». E Massignan risponde: «La mia è una voce libera, non avrei accettato»

Non ha risposto pubblicamente, ma la sua risposta è stata resa pubblica dal destinatario, il quale a sua volta ha replicato. Scambio di messaggi e soprattutto di accuse tra il sindaco di Verona Damiano Tommasi ed il rappresentante dell'osservatorio Veronapolis Giorgio Massignan.

Non era la prima volta che da Veronapolis arrivavano messaggi di delusione nei confronti dell'attuale amministrazione comunale di Verona. Amministrazione che, politicamente, è anche vicina alla sensibilità almeno a quella di Giorgio Massignan. Ma è possibile che le ultime critiche abbiano superato il limite di sopportazione del primo cittadino, il quale ha deciso di rispondere. E lo ha fatto con un messaggio privato indirizzato a Massignan e che lo stesso Massignan ha reso pubblico.

Di fronte alle accuse di mancata discontinuità con le precedenti amministrazioni di centrodestra e di eccessiva vicinanza con Fondazione Cariverona, Tommasi ha parlato di «provocazioni» e di «un certo risentimento personale che nulla ha a che vedere con la "cosa pubblica"». E ha aggiunto ancora il sindaco: «Mi spiace si metta il dubbio che alcune scelte siano state fatte da altri, forse avrei dovuto scegliere Giorgio Massignan assessore all'urbanistica e avremo avuto meno polemiche? Avremmo evitato quella continuità che preoccupa? Se così fosse mi prendo la responsabilità di aver scelto diversamente e, viste le illazioni (che ritengo offensive) sulle scelte, sono contento siano andate come sono andate. E sulla continuità ne potremo parlare a lungo ma non avendo vissuto le precedenti amministrazioni ho meno elementi per poterne valutare la reale consistenza».

Ma per Massignan, i suoi interventi e quelli di Veronapolis non avevano fini provocatori. E al passaggio sul «risentimento personale», Giorgio Massignan ha replicato: «Starei analizzando e contestando i vostri metodi di pianificare e i vostri programmi urbanistico-ambientali come ripicca perché avrei puntato ad una poltrona in giunta? Sono 50 anni che mi batto per la tutela della mia città e del suo territorio, senza mai chiedere nulla in cambio. Ho avuto diverse proposte di candidature e, nel 1993, anche di occupare la poltrona di sindaco, ma le ho sempre rifiutate. Dopo una breve esperienza da consigliere dei Verdi e poi da assessore all’urbanistica, dove ho contribuito a redigere il Progetto Preliminare di Piano, mi sono dimesso e non ho più accettato di partecipare a nessuna amministrazione, anche se mi sono sempre reso disponibile alla collaborazione da volontario, senza mai nulla chiedere. Ho fatto questa scelta perché ritengo di essere più utile alla mia città da uomo libero, senza legami partitici o economici, quindi in grado di esprimere il mio pensiero a prescindere dai colori di chi amministra. A molti questa mia indipendenza non piace, lo so bene. Le assicuro che, se mi avesse chiesto di entrare nella sua giunta, l’avrei ringraziata ma non avrei accettato».
Infine, il membro di Veronapolis ha commentato anche le parole di Tommasi in cui il sindaco afferma di non avere avuto modo di vivere le precedenti amministrazioni. «Questa non sia una giustificazione, ma una colpa, sua e di chi lo ha cercato - ha scritto Massignan - Se si accetta di candidarsi a sindaco di Verona, si deve essere consapevoli del compito che comporta, conoscere la storia, le necessità e i bisogni della propria città e le risposte che offre il territorio. Non è sufficiente circondarsi da un cerchio magico di pretoriani che la "consigliano". Cosa credeva? Amministrare una città come Verona non è semplice e non si può certamente improvvisare. Nella sua risposta mi sarei aspettato che mi spiegasse perché ha scelto due avvocati della Fondazione Cariverona, protagonisti di consulenze non propriamente a favore della collettività, per i più importanti incarichi nell’amministrazione comunale. E perché durante lo studio del Pat si sta decidendo di aprire, in deroga, altri due hotel in centro? Che ruolo avrà il Piano Folin per il centro storico? Quali iniziative intende prendere per frenare il processo di desertificazione del centro e per rispondere alle esigenze di affitti equi e di spazi per residenze studentesche? Come intende procedere con il progetto del Grande Castelvecchio e del sistema culturale? A che punto si trova la progettazione dei parchi urbani, e del sistema del verde? Verrà rispettato l’impegno di consumo zero del territorio e le scelte d’uso delle aree industriali dismesse saranno ancora decise dalle manifestazioni d’interesse degli investitori privati?».

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