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Tagliato tetto di spesa a sanità privata, Tosi: «Ci sono difficoltà di cassa»

La Regione ha diminuito le erogazioni ai privati accreditati per le prestazioni ai non residenti in Veneto. Il coordinatore di Forza Italia: «Segno che il sistema socio-sanitario regionale sul piano economico versa in condizioni deficitarie»

La Regione Veneto ha rivisto i tetti di spesa in favore delle strutture sanitare private. La modifica, approvata la settimana scorsa ed evidenziata dal deputato e coordinatore regionale veneto di Forza Italia Flavio Tosi, ha ridotto i contributi regionali per le prestazioni sanitarie erogate quest'anno a cittadini non residenti in Veneto. Una riduzione che complessivamente supera gli 11 milioni di euro e che non è uguale tra tutti i privati accreditati. In provincia di Verona, ad esempio, gli ospedali Sacro Cuore di Negrar e Pederzoli di Peschiera hanno avuto una riduzione superiore al milione di euro. Mentre la riduzione per altre strutture scaligere è di qualche centinaio di euro.

Una deliberazione regionale criticata da Tosi, che la valuta come un cambio di regole in corsa e che si tradurrà nel mancato rimborso di «un’ingente parte di spese che i privati accreditati hanno già sostenuto». Un taglio, tra l'altro, in risorse che «la Regione anticipa, ma che tra due anni si vedrà restituire attraverso un conguaglio dalle Regioni di residenza dei pazienti curati», ha specificato Tosi.

Una decisione che si aggiunge all'aumento delle rette delle case di riposo previsto per l'anno nuovo e per Tosi è una conferma che «il sistema socio-sanitario regionale sul piano economico versa in condizioni pesantemente deficitarie» e che «ci sono delle grosse difficoltà di cassa».

«Una sottrazione con queste modalità e così ingente non si era mai verificata prima - ha concluso il deputato veronese di Forza Italia - Luca Zaia probabilmente non ritiene così importante l’opera che le strutture sanitarie private convenzionate svolgono per la sanità veneta. Invece noi sappiamo che vantiamo eccellenze nazionali e non solo. Queste sono fondamentali, di concerto con le strutture pubbliche, per il funzionamento della macchina socio-sanitaria regionale e per garantire la salute dei veneti. Peraltro curare anche i non residenti non solo è un vanto etico e professionale, ma ha ricadute positive sul territorio regionale in termini economici e di immagine».

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