Scontri in casa Lega, derby fra Tosi e Zaia
Prima sui Cie e poi sull'inno di Mameli i big del Carroccio veneto si mostrano divisi
Quanta ruggine c'è fra la Lega di Verona e quella di Treviso? O, meglio, fra il sindaco scaligero Flavio Tosi ed il trevigiano presidente della Regione Luca Zaia? A ripercorrere le ultime vicende, infatti, queste domande sorgono spontanee. “Cie a Bovolone, a Isola Rizza, a Villafranca, i posti non mancano!” Parole dette dal vicepresidente leghista della Provincia di Verona Fabio Venturi, su chiaro imput del sindaco Tosi, con tanto di conferenza stampa in pompa magna svoltasi qualche giorno fa. “Cie a Verona? Non ne so nulla, valuterò. Con Maroni tratto io” è però quello che ha affermato il giorno dopo non un avversario politico bensì il Governatore del Veneto Zaia. Visioni differenti sulla geografia dei centri di prima accoglienza tra Zaia e Tosi, piccole incomprensioni o Zaia ha voluto rimarcare in maniera decisa il suo ruolo di numero uno della Lega in Veneto all’amico-rivale ( e rivale lo è stato per mesi nella corsa alla poltrona presidenziale) Tosi? Sarà, ma quella sui Cie non è stata l’unica occasione di dissenso tra i due. Il Presidente della regione negli ultimi giornio è finito, e non certo in maniera positiva, su tutte le prime pagine dei giornali e televisioni nazionali. Subendo un vero e proprio “uragano” mediatico che ha travolto lui ed il suo staff - in particolare il suo portavoce Beltotto, che qui a Verona ricordano ancora in tanti, visto che era il capo dell'ufficio stampa del sindaco Michela Sironi - perché rei di avere disobbedito in maniera clamorosa al protocollo istituzionale all’obbligo dell’inno di Mameli. All’inaugurazione di una scuola elementare a Treviso infatti è stata intonata (Beltotto si è difeso dicendo che vi sono stati incomprensioni con la banda musicale) il "padanissimo" verdiano "Và pensiero" al posto dell’inno nazionale. Una sutuazione in seguito alla quale è scoppiata una vera e propria bagarre. Evidentemente Zaia di tutto avrebbe avuto bisogno tranne che una dichiarazione del tipo “A Treviso è stato commesso un errore. Luca ha sbagliato”. Dichiarazione venuta proprio da Tosi. A Treviso, i ras della Lega, subito dopo l'incidente, si sono lanciati in una interminabile serie di lanci di agenzie e comunicati del tipo “Il Và pensiero non si tocca, è l’anima dei Padani”, oppure “l’inno di Mameli a noi padani non piace, non ci rappresenta”. Senza contare gli eurodeputati Borghezio, Speroni e Salvini che si sono affrettati a scendere in campo per difendere ed elogiare il governatore veneto per l’inconsapevole “gaffe” musicale. A Verona invece il Sindaco Tosi ha pubblicamente e con orgoglio dichiarato che lui ama l’Italia, che quello di Mameli è l’Inno di tutti gli italiani e che lui mai sarebbe incappato in tale situazione. Dovere di sindaco. Sta di fatto però che le occasioni di scontro, seppur "fraterno" fra Tosi e Zaia sono state due nel giro di pochi giorni. E siccome si tratta dei leghisti più popolari del Veneto, con Tosi che peraltro deve anche iniziare fare un pensiero alla rielezione, si potrebbe anche pensare che sia in atto un derby Verona-Treviso in salsa leghista. Probabilmente è solo una congettura, però sarebbe interessante conoscere su questo l'interpretazione del capo di entrambi Umberto Bossi.