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Cassazione contro riconoscimento figli di due padri, Sboarina: «Bene, avevamo ragione noi»

Il sindaco: «Il pronunciamento della Suprema Corte ci conforta e sancisce una volta per tutte che avevamo ragione. Ribadisco contrarietà alla pratica dell’utero in affitto»

Le coppie omosessuali che hanno avuto un figlio all'estero nato con la maternità surrogata non possono ottenere in Italia la trascrizione all'anagrafe dell'atto di filiazione del bambino, riconosciuta nel paese straniero. Lo ha deciso la Cassazione sottolineando che per le coppie omosessuali rimane aperta la strada dell'«adozione particolare». Il verdetto è «a tutela della gestante e dell'istituto dell'adozione».

La decisione, come rifersice L'Ansa, è stata presa dalle Sezioni Unite della Corte di Cassazione con la sentenza 12193, pubblicata mercoledì 8 maggio, nella quale viene spiegato che «non può essere trascritto nei registri dello stato civile italiano il provvedimento di un giudice straniero con cui è stato accertato il rapporto di filiazione tra un minore nato all'estero mediante il ricorso alla maternità surrogata ed un soggetto che non abbia con lo stesso alcun rapporto biologico, il cosiddetto genitore d'intenzione».

La sentenza ha rigettato pertanto «la domanda di riconoscimento dell'efficacia del predetto provvedimento, riguardante due minori concepiti da uno dei componenti di una coppia omosessuale mediante il ricorso alla procreazione medicalmente assistita, con la collaborazione di due donne, una delle quali aveva messo a disposizione gli ovociti, mentre l'altra aveva provveduto alla gestazione».

In riferimento a tale sentenza, sono arrivate nelle scorse ore le parole piene di soddisfazione da parte del sindaco di Verona Federico Sboarina che ha rivendicato con orgoglio le proprie convinzioni in materia: «Bene la sentenza della Cassazione. Conferma la bontà della nostra decisione di luglio 2018 di non trascrivere il secondo papà del bambino nato con la maternità surrogata in Canada. Oggi, come allora, - ha quindi aggiunto il primo cittadino veronese - questa pratica in Italia è vietata, e la trascrizione all’anagrafe dell’atto di filiazione per il secondo genitore sarebbe stata contra legem. Non abbiamo fatto la trascrizione e ci siamo rivolti all’Avvocatura dello Stato contro la sentenza della corte d’Appello di Venezia che ce lo imponeva. Il pronunciamento della Suprema Corte, - ha quindi concluso il sindaco scaligero - ci conforta e sancisce una volta per tutte che avevamo ragione e che l’utero in affitto da noi non è consentito. Vediamo se il legislatore italiano si pronuncerà su questo, intanto ribadisco la mia contrarietà alla pratica dell’utero in affitto».

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